Drag Race Italia 3 si è appena concluso e a noi non restano che le considerazioni finali.
A cosa serve, ad esempio, la main challenge dell'ultima puntata? Esatto, a niente. Il videoclip di fine stagione, però, è un classico che ci piace, nonostante la prova della puntata scorsa fosse tutto sommato la stessa cosa. Paola Iezzi, nel frattempo, ha superato RuPaul nella specialissima gara tra chi piazza più singoli nel corso di un'unica stagione.
Senza troppi giri di parole, trovo assolutamente sacrosanta la vittoria di Lina Galore, Credo che sia la Queen che abbia affrontato la gara nel modo più completo e che addirittura, in diverse occasioni, abbia raccolto meno di ciò che meritava. Lina incarna in modo ineccepibile le caratteristiche della vincitrice ideale e in questa stagione ha dimostrato di avere talento, simpatia, carisma, un'intelligenza brillante, stile, cultura e attitudine per potersi cimentare con successo in tutti gli aspetti richiesti dalle prove. Oltre ad essere un'artista sul palcoscenico, Lina intende il suo essere drag come un ruolo politico, da attivista, e sono molto felice che ad indossare la corona sia una persona di così grande spessore umano e sociale. Mi ha divertito, sbalordito, fatto riflettere ed emozionato. Oltre all'intrattenimento, ho sempre trovato Lina pronta ad affrontare discorsi profondi, politici e personali, non ultimo quello sul suo mettersi in discussione nell'arco della competizione. Ho trovato infine davvero importanti le sue parole sulla responsabilità di essere la vincitrice di questo programma ed il suo pensiero finale rivolto al pubblico, che grazie a Drag Race può sentirsi rappresentato, protetto, visto.
Allo stesso modo, ho trovato preziosa la partecipazione di Melissa Bianchini, così come il suo approdo in finale. Anche lei è un esempio di straordinaria umanità e ha messo sul tavolo tantissima esperienza. Melissa ci ha conquistati con la sua storia, il suo coraggio, il suo impegno, il suo spirito battagliero. Mi ha trasmesso grande grinta e rappresenta un immenso incoraggiamento a non mollare. Trovo che nel drag sia una vera professionista e un'incredibile performer, pronta a lavorare duro per raggiungere i suoi obiettivi. Rispetto a Lina, trovo abbia un background molto diverso, che la porta ad eccellere in particolari tipi di challenge piuttosto che in altre. Sicuramente il suo lavoro è maggiormente clamoroso quando c'è da creare una magia dal forte impatto visivo, che sia il ballo o la realizzazione di passerelle da lasciare a bocca aperta. Nelle prove più brillanti di recitazione o comedy si è comunque impegnata molto, senza però tirar fuori l'attitudine di una Lina, una Silvano o una Sypario.
Discorso completamente opposto per Silvana, anche, come Melissa, è arrivata in finale con due vittorie di puntata, contro le tre di Lina. Silvana non ha risparmiato neanche un grammo della sua simpatia e del suo carisma, rivelandosi spontanea e in grado di tenere la scena contando semplicemente sul suo modo di essere. La sua naturalità, che poi è anche la sua impostazione artistica, ha saputo colmare le lacune nelle prove tecniche o nel campo della moda. Giusto assegnarle la fascia di Miss Congeniality, poiché è esattamente il tipo queen che affronta tutte le prove così come le riescono, cucendosele addosso e non viceversa. Per onestà mi sento di dire che, nonostante il suo talento unico ed irripetibile, qualche volta non l'avrei salvata in modo così liscio.
Penso un po' la stessa cosa anche di La Sheeva. Non ho mai nascosto che non avrei trovato scandalosa la sua eliminazione in più di un'occasione. Indubbiamente è stata una protagonista della stagione, una regina con tanta esperienza e personalità, ma non sempre mi sono trovato connesso con lei. Sia nelle prove che nelle interazioni, a tratti ho compreso e abbracciato la sua fragilità, altre volte però l'ho trovata più che tagliente, anche in maniera gratuita.
In qualche modo trovo che gli esiti di questa finale si siano distribuiti in modo corretto ed è una sensazione che mi sono portato dietro più volte durante il corso di tutta la stagione. L'idea che mi sono fatto è che la classifica finale, salvo qualche eccezione (ciao Leila Yarn, ti volevo in finale) sia tutto sommato plausibile ma che, allo stesso tempo, quest'ordine non sia necessariamente in linea con l'andamento delle singole prove. Le main challenge sono state per me un importante punto interrogativo, dal momento che in diverse occasioni è come se fosse stata disinnescata la componente competitiva. Dal punto di vista dell'intrattenimento, lo show e la narrazione dell'arte drag ne ha potuto beneficiare, ma la gara ne è uscita più edulcorata dei commenti dei giudici, per cui il 98% delle volte sono tutte brave e tutte belle.
Credo che questa terza stagione si sia maggiormente allineata con le atmosfere delle versioni internazionali, in particolare con la capostipite, ma che ci siano ancora dei passi da fare per renderla squisitamente più appetibile. Ciò che vorrei vedere nelle stagioni future è proprio quel clima di agonismo che mi è mancato nell'approccio delle concorrenti alla gara, nella costruzione delle challenge e nelle critiche dei giudici, mai veramente puntuali e appassionate. Credo che si possa alzare il tono della competizione senza rinunciare al messaggio di rappresentanza, unione, comunità e lotta alla discriminazione che si è piacevolmente respirato e che la vincitrice di questa stagione incarna così meravigliosamente bene.
Commenti
Posta un commento