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MASTERCHEF ITALIA 13 - REVIEW EPISODIO 20


La prova in esterna del ventesimo episodio di MasterChef 13 è ambientata in quello splendore che è la Mole Antonelliana di Torino, che ospita il Museo Nazionale del Cinema. 

Ai nostri sei eroi rimasti il compito di preparare dei piatti che possano unire la magia del cibo e quella del grande schermo, che spesso vanno di pari passo. Basti pensare ai Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, al courtesan al cioccolato di Grand Budapest Hotel o i maccheroni di Alberto Sordi.

Conosciamo già le squadre che si sfideranno in questo match. 

Con il grembiule rosso abbiamo Sara ed Eleonora, la prima vincitrice dell'Invention e la seconda reclutata tramite vantaggio. 
Con il grembiule giallo giocano con noi Michela e Niccolò, i peggiori dell'Invention graziati dalla non eliminazione.
Con il grembiule blu restano Kassandra e Antonio, uniti di default.

A giudicare questa prova specialissima saranno dei critici, tanto gastronomici quanto cinematografici. A capitanarli sono Alberto Cauzzi, vicedirettore della Guida Ristoranti de L'Espresso e il gigantesco Gianni Canova, per la compagine del cinema. 

Ogni coppia dovrà preparare un piatto ispirato ad un genere cinematografico contenente un preciso ingrediente, ispirandosi ad un film ambientato a Torino. Le prime a scegliere saranno naturalmente Sara ed Eleonora. In seguito sarà la volta di Antonio e Kassandra, mentre Michela e Niccolò dovranno accontentarsi di ciò che resta. I critici giudicheranno gusto, impiattamento, sperimentazione e coerenza con il film. 

La squadra rossa ha scelto l'horror, con Profondo Rosso, rappresentato dalle animelle.
La squadra blu opta per la commedia, con Al bar dello sport, rappresentato dalla triglia.
La squadra gialla resta con il colossal, con Cabiria, rappresentato dal fagiano. 

Mi sfuggono i motivi per cui un film con Lino Banfi c'entri qualcosa con le triglie, ma ok. 

Le sorprese, però, non sono finite e, puntuale ed inaspettato come lo Stregatto, fa la sua ennesima apparizione chef Scabin. Ormai sembra ovvio che è destinato a diventare un giudice di MasterChef a tutti gli effetti. 

La sua presenza indica una penalità per la squadra gialla che, oltre al fagiano colossale, dovrà preparare anche una roba che devo googlare per poterla scrivere correttamente. Trattasi di amuse bouche, una sorta di assaggio iniziale, che dovrà necessariamente contenere tre soli ingredienti del posto: nocciole, peperone e vermut. 

Antonio e Kassandra già pregustano l'implosione di Michela e Niccolò. 

Mentre diamo per disperso chef Locatelli, da qualche parte a visitare il padiglione erotico del Museo, vediamo che la squadra rossa collabora con una certa armonia. Nella squadra blu, Antonio sembra voler sovrastare Kassandra, così come Michela sta cercando di non far perdere la concentrazione a Niccolò. Michi osserva anche che il suo compagno di brigata non stia proprio sprigionando endorfine. La preparazione dell'amuse bouche ritarda i lavori per i fagiani, che giaciono ancora crudi sul bancone nonostante manchi pochi al servizio. Lo stesso chef Barbieri nota le loro difficoltà, inducendoci a pensare che più che Cabiria i gialli si stiano ispirando a Titanic, per quanto i loro progetti stiano naufragando. 

Tra i critici, che valuteranno ogni piatto con un voto da 1 a 5, ritroviamo anche un'amica di MasterChef, la dea Eleonora Cozzella, critica gastronomica. Con lei anche il collega Maurizio Bertera, oltre che naturalmente Alberto Cauzzi. Per i critici cinematografici, abbiamo invece Gianni Canova, Steve Della Casa e Mattia Ferrai, vagamente somigliante ad Ale Borghese. 

Ecco i piatti serviti: 

Amuse bouche
Si tratta di una lente di gelatina di vermut con spuma di peperoni e crumble di nocciole. Il colore viene molto apprezzato, mentre le consistenze potevano accattivare di più.

Al bar dello sport
Dopo i dubbi di Scabin sull'accostamento tra vongole e vaniglia, Kassandra ed Antonio hanno deciso non solo di togliere la vaniglia, ma di togliere anche le vongole. La triglia fritta è arricchita con salsa di mango, nduja, pistacchi e pan grattato. Il pesce accoglie buoni commenti, ma tutti gli ingredienti sembrano slegati e, soprattutto, poco attinenti con la commedia. Volevano qualcosa di più giocoso. 

Profondo rosso
Eleonora e Sara non sono riuscita a ricreare delle cialde trasparenti a simulare gli specchi, ma le loro animella con salsa rossa a ricordare il sangue sono molto eleganti. Forse troppo eleganti, tanto che nonostante l'effetto spletter non trasmettono ai critici l'effetto horror. Molto più efficaci le ossa che sostengono il bonbon di piccione preparato come accompagnamento. Per i critici non benissimo gli accostamenti e poco aggressivo il sapore.
Le due concorrenti, comunque, non sono soddisfatte della presentazione, diversa da ciò che avevano in mente. Da sottolineare un'esilarante Eleonora che fa il verso a Scabin e al modo in cui la deconcentra parlandole continuamente nelle orecchie. 

Cabiria
Mentre Michela si chiede se verrà fatta santa, i critici trovano lo spirito del colossal più nel gusto che nell'impiattamento. Il fagiano ripieno è sfarzoso nella misura in cui si sentono tutti i sapori utilizzati, come patate, salsiccia, albicocca, caprino, limone, ribes, topinambur. I critici apprezzano i contrasti e i sapori più anticonvenzionali dell'aspetto. 

A trionfare, inaspettatamente, è la squadra gialla di Niccolò e Michela, che comincia ad urlare nel bel mezzo del Museo come se avesse appena segnato il rigore vincente ai campionati del mondo. La loro vittoria è dovuta ad un solo punto, ma la media sarebbe stata molto più alta senza l'ostacolo dell'amuse bouche. Al secondo posto si classifica il paitto di Eleonora e Sara. 

Al ritorno in cucina, sono Eleonora, Sara, Antonio e Kassandra a dover affrontare il Pressure Test, ispirato allo Street Food. I giudici mostrano loro un tavolo con ogni tipo di leccornia proveniente da ogni parte del mondo.

I giudici spiegano che oggi giorno anche i chioschi possono diventare dei punti di ristoro stellati e che sono sempre più inclini a fondere le culture realizzando specialità mai immaginate prima. La sfida odierna sarà proprio quella di ricorrere ad alcuni degli ingredienti coinvolti nelle pietanze portate come esempio per realizzare uno street food del terzo millennio, che sia gustoso ed originale. 

Durante la preparazione, l'evento più interessante avviene certamente quando Kassandra, per liberarsi dei troppi consigli di chef Barbieri gli risponde con un "Chef, dai". Allo che, per sua stessa ammissione, esce un neurone poiché mai nessuno si è mai permesso di dirgli "dai" e richiama dunque Kass all'educazione e al rispetto. Kassandra si scusa dispiaciuta e dà la colpa all'ansia. 

Questi i piatti venuti al mondo: 

Eleonora - Gelato dolce un po' salato
L'idea era quella di friggere dei coni di impasto sottilissimo e farcirli con della mousse di avocado guarnendoli con del chili. Oltre ad averli impiattati in una sorta di cestino di alluminio, in cui personalmente metterei ad asciugare le posate, i coni sono un po' rotti ed il topping non è distribuito in modo omogeneo. Chef Barbieri ammette che non userebbe i suoi soldi per comprarli. Il sapore però è buono e bilanciato. 

Sara - Tortelli d'asporto
Mi risulta che il concetto esista già, ma i tortelli fritti di Sara sembrano comunque una buona idea, dato anche il ripieno un po' orientale. L'idea è quella di omaggiare Barbieri con i tortelli, Cannavacciuolo con il cuoppo in cui vengono serviti e Locatelli per il tocco internazionale messicano. Chef Locatelli, però, non coglie il nesso e crede che Sara si stia arrampicando male sugli specchi. Riguardo al sapore, ci si aspettava un gusto più deciso.

Kassandra - Giagia
Kass serve degli involtini con carne, peperoni ed insalata che le ricordano i sapori che mangiava con sua nonna. L'idea piace, ma l'impasto è ammollato dalla verdura e nel piatto compaiono dei fagioli random che in un vero street food renderebbero tutto scomodo. Barbieri nota come Kass sia passata dallo scazzo alla commozione. 

Antonio - Croccancino
Antonio ha fuso due specialità della sua terra, e non solo, e di fatti viene criticata la scarsa originalità dell'idea. Detto questo, però, i sapori che ha unito hanno dato vita a qualcosa di molto buono, che spinge già i giudici ad accaparrarsi il brevetto per aprire dei chioschi in giro per il mondo. 

Antonio è il primo a salvarsi e, nonostante gli errori, lo seguono a ruota anche Eleonora e Sara. Stavolta tocca a Kassandra togliere il grembiule, una Kassandra che, rispetto all'inizio, sembra maturata e consapevole tanto delle sue forze che delle sue debolezze. Spesso non sono stato d'accordo con lei e con il suo atteggiamento, ma a percorso concluso posso dire di averla molto rivalutata e di trovarla più on point. Complimenti a lei per essere arrivata fin qui e per essere stata a tutti gli effetti una concorrente narrativamente pazzesca, di quelle che di certo lasceranno il segno. Prima di andare, il suo pronostico sulla vittoria ricade su Eleonora. 

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