Care le mie gran cartole, eccoci alla review del quinto episodio di MasterChef Italia 13.
Ci eravamo lasciati con Alice che porta a casa la prima Mistery Box e la prima Golden Pin della stagione, ma è già tempo di sollevare insieme un'altra scatola misteriosa.
In una puntata che ha come fil rouge i sapori di casa, i concorrenti si sono trovati di fronte ad un enorme panino con il salame, che Settimino ha celebrato storpiando i versi di Felicità di Albano e Romina Power. Lui canta solo canzoni pugliesi, quindi per giovedì prossimo esigo qualcosa del maestro Caparezza.
Il panino sta lì a ricordare la bontà delle cose semplici, ma anche la sua capacità di regalare al palato tutte le sfumature di sapore: dolce, salato, piccante, speziato, umami, dire, fare, baciare, lettera e testamento. Mentre i concorrenti testano con le proprie papille questo tripudio di sapori, io sono lì a progettare un nuovo gioco alcolico in cui si beve ogni volta che Alice dice "Adoro!".
In cosa consiste la prova? I nostri eroi dovranno preparare un piatto capace di ricreare in bocca lo stesso effetto del panino con il salame, in particolar modo l'esplosione di gusto dell'umami, che io farei una gran fatica a riconoscere. Dopo tutto non mi hanno manco mai dato una punta della stella Michelin.
I dieci ingredienti a disposizione sono: coppa di maiale dei Nebrodi, cavolo riccio, formaggio Roquefort, finocchi, pappacelle napoletane, fegato di vitello, melassa di melagrana, cipolla bianca di Margherita di Savoia, birra chiara e nespole raccolte direttamente dall'albero della casa dei Malavoglia.
In cucina, mentre Nicolò dichiara equivocamente di "star facendo il maiale" ed il suo omonimo con doppia C elogia le gioie del colesterolo, Cannavacciuolo continua a stuzzicare Michela. Valeria impiatta porzioni tarate sul piccolo stomaco del suo gabbiano, ma i giudici decidono di premiare piatti all'apparenza più generosi e meno ornitologici.
La presenza del fegato di vitello scatena la fantasia degli chef nel dare il nome ai loro piatti, anche se nessuno arriverà mai a toccare i livelli di Verando con il suo "Ehy coniglio, hai fegato?". Ecco, comunque, le portate dolci e un po' salate che i giudici hanno deciso di provare.
Filippo - Nella vita ci vuole fegato
Un piatto a base di fegato marinato accompagnato da un chutney di nespole e da un'insalatina. I giudici lo trovano buono e ben bilanciato. Noi a casa, invece, abbiamo l'occasione di cogliere qualcosa in più della storia di Filippo, che dedica il piatto al fratello scomparso. Già nella scorsa puntata avevo notato la presenza di diversi suoi confessionali. In questo episodio Filippo ci farà conoscere diversi sapori della sua personalità, dolce e speziata al tempo stesso, proprio come il richiesto da questa Mistery.
Settimino - Fegato alla contadina
Il nostro leone di Puglia regala perle a raffica, leggendo sulle mani i nomi degli ingredienti che non ricorda. In due minuti riesce a dire che fegato e cuore sono "anteriori", a chiamare il Roquefort "Rockfeller", e a coniare l'espressione "entrambi i tre" in riferimento ai giudici. Lo amo. Il piatto risulta casalingo, ma in fin dei conti buono.
Eleonora - All my liver
La concorrente toscana è per la seconda volta consecutiva tra i migliori della Mistery Box, stavolta grazie ad un piatto che suona piuttosto aromatico ed invitante. I giudici riconoscono il suo ottimo lavoro e decidono di premiarla con la vittoria della prova e la conquista della Golden Pin.
Ed è proprio la vittoria di Eleonora a tirar fuori dall'arco di Filippo una piccola frecciatina nei confronti dei suoi modi un po' svampiti, a suoi dire non adatti ad una cucina professionale. Al contrario, ritiene il proprio approccio serio e rigoroso più efficace nel lungo termine. Al di là del commento pungente, trovo questa riflessione molto interessante e non vedo l'ora di scoprire a chi darà ragione. Vero è che, nello scorso episodio, abbiamo visto Eleonora in preda alla confusione e che MasterChef ci insegna che la prima regola è la disciplina, ma è altrettanto confermato che alla base del successo ci sono spesso genialità e capacità di pensare fuori dagli schemi.
Per il momento, ad Eleonora spetta, come da tradizione, la possibilità di usufruire di un vantaggio nell'ambito del primo Invention Test della stagione. La prova è dedicata agli ingredienti delle coste italiane, in particolar modo il versante adriatico (con canocchie, cicerchie, squacquerone, asparagi bianchi e sugarello) e quello tirrenico (con triglie, lardo di colonnata, nduja, cedro e pomodori del Piennolo). Il vantaggio consiste nello scegliere il proprio versante e dividere equamente gli avversari tra costa Est e costa Ovest. Chi avrà il versante opposto a quello scelto da Eleonora dovrà inoltre cucinare in soli 45 minuti, invece che nei 60 previsti.
La vincitrice della Mistery, che da buona livornese decide di cucinare con i prodotti del versante tirrenico, ha messo in chiaro sin da subito di non voler inguaiare nessuno degli avversari. La sua strategia, ma più che altro la sua indole, consiste sostanzialmente nel dare a tutti i prodotti più congeniali e, qualora non fosse fattibile, nel dare meno tempo a chi potrebbe ugualmente cavarsela. Essendo il primissimo Invention Test, mi sembra sensato non giocare in attacco, anche perché ci sono le solite schegge impazzite a far sì che anche un cuoco meno bravo con prodotti semplici finisca per far peggio di un cuoco bravo con ingredienti complicati.
Con Eleonora, a navigare sulle acque del Tirreno saranno Alberto, Anna, Deborah, Fiorenza, Kassandra, Marcus, Michela, Nicolò e Valeria.
La medagliata Alice, Andrea, Antonio, Beatrice, Chù, Filippo, Lorenzo, Niccolò, Sara e Settimino se la vedranno invece con i sapori adriatici e con le lancette dell'orologio.
Mentre Anna brucia le polpette, distratta dal fascino di chef Locatelli, Kassandra è già in lacrime per la mancanza di idee. A salvarla c'è l'input di chef Cannavacciuolo. Tra i concorrenti più agguerriti ci sono Antonio, che ritiene di essere stato messo in difficoltà da Eleonora, e Deborah, che dopo una battuta d'arresto nel corso della Mistery Box è decisa a riemergere più forte di prima.
Gli assaggi vedono pochi guizzi tanto che, a detta dei giudici, i piatti veramente riusciti si contano sulle dita di una mano sola. Nel dettaglio:
Eleonora - T'ammollo (Tirreno)
Il piatto è una sorta di brodetto più che salato in cui è immerso finanche il lardo. Con la vincitrice della Mistery Box scopriamo che la Golden Pin va giovata prima dell'assaggio. Eleonora sceglie di non farla e di preservare il suo vantaggio per un'occasione futura.
Lorenzo - Hit adriatica (Adriatico)
Una vellutata di cicerchie con pesce azzurro che si presenta con colori tenui ed invitanti. Per Locatelli un'elevazione degli ingredienti.
Niccolò - La vita non ha senso (Adriatico)
Il titolo è già il più memato dei social, ma ai giudici non piace l'atteggiamento arrendevole di Niccolò, che porta all'assaggio il suo operato tenendo la testa bassa.
Settimino - La felicità di mari e monti (Adriatico)
Un piatto abbastanza casalingo impiattato in stile anni '80, ma tutto sommato buono e ben eseguito.
Michela - Ricordo Amalfi (Tirreno)
La mia personale eroina fa riemergere i suoi flashback della costiera attraverso una zuppa rossa buona, ma piuttosto densa ed asciutta. Cannavacciuolo non si tira indietro nel criticare l'impiattamento randomico del pesce.
Deborah - Ricomincio dalla triglia (Tirreno)
Deborah è riuscita a ritagliarsi un discreto spazio nella narrazione di questo episodio. Il suo piatto, a mio avviso, è uno dei più visivamente invitanti, con una meravigliosa triglia al forno su crema di cicerchie e cialda di provola. Mangerei e leccherei anche le lische.
Filippo - Adriatico mio (Adriatico)
L'impiattamento di Filippo non convince più di tanto i giudici, mentre a me devo dire che intriga abbastanza. Si tratta di un sugarello su salsa vellutata di canocchie e asparagi bianchi.
Kassandra - Polpette portafortuna (Tirreno)
Un po' troppo minimali, per i miei gusti, le polpettine di pane e 'nduja proposte da Kassandra, che però convincono. I giudici sono più scettici riguardo all'emotività della giovane aspirante chef, che ammette di aver affrontato la prova con la testa altrove.
Andrea - Quant'è bello far l'amore da Trieste in giù (Adriatico)
Oltre a non aver riportato con precisione il verso della Carrà, che dice "Com'è bello" e non "Quant'è bello", Andrea sembra non aver dato ai giudici il guizzo che volevano, pur presentando un buon piatto.
Anna - A tutta 'nduja (Tirreno)
Anche Anna ha pensato di preparare delle polpette di pane e 'nduja, presentate in un piatto più ricco insieme a dei pomodorini ripieni. Per i giudici non è male, ma è ancora migliorabile.
Nicolò - Una triglia in vacanza (Tirreno)
Una vecchia che balla. Un piatto che alla vista sembra buono, ma che è altrettanto visibilmente asciutto. Cannavacciolo spiega che dopo qualche forchettata si finirebbe col cercare qualcos'altro da mangiare.
Beatrice - Versanti opposti (Adriatico)
Una proposta carina, ma piuttosto slegata. Chef Barbieri resta perplesso quando il brodo viene versato nel piatto piano.
Marcus - Tirreno (Tirreno)
Tra l'Adriatico e il Tirreno, Marcus avrebbe preferito il Mar Baltico. Il suo piatto risulta più simile ad un assemblaggio di ingredienti, ma l'aspetto non mi è sembrato malvagio.
Alice - Ricordo felice (Adriatico)
Una canocchia giace a pancia sotto su un cerchio di crema circondato da cicerchie crude. Praticamente una scena del crimine. Nonostante i suggerimenti di Cannavacciuolo, Alice decide di non giocare la sua Golden Pin.
Alberto - Che la triglia sia con me (Tirreno)
Un piatto essenziale, ma colorato e invitante. Alberto conferma il suo saper ragionare prima di realizzare i piatti, ma anche la sua tendenza ad utilizzare anche gli scarti, come la testa e la lisca del pesce. A lui i complimenti di Bruno Barbieri.
Fiorenza - Portami al mare (Tirreno)
Fiorenza propone una bruschetta di triglia con crema di provola, pomodori e vongole adagiate sopra con tutto il guscio, a ricordare un po' la storia delle ostrichette curiose di Alice nel Paese delle Maraviglie. L'affumicatura della provola pare coprire tutto il resto.
Sara - Autostrada del sole (Adriatico)
Volendo forse citare Angelina Mango, Sara finisce per confondere versante e dare al suo piatto il nome dell'autostrada sbagliata. I giudici le fanno notare che nessuno ordinerebbe un piatto che si chiama così. Cannavacciolo, per restare in tema, dice di scorgerci dentro ingorghi ed incidenti.
Valeria - Il mare nel cuore (Tirreno)
Da provetta campionessa di windsurf, Valeria ha beccato una prova a lei congeniale, almeno sulla carta. Nella realtà la sua zuppa di pesce è risultata abbastanza pensante.
Chù - Hope (Adriatico)
Un nome profetico, visto che è proprio di speranza che ha bisogno questo piatto. L'aspetto non è male, ma a rovinare tutta la ricetta è stata un'intera testa d'aglio che ha reso tutto immangiabile.
Antonio - Canocchie e Macco (Adriatico)
L'aspetto è innegabilmente delizioso, con delle invitanti canocchie adagiate su una purea di cicerchie e una salsa di cicoria. Con questo piatto, che vede un po' lo zampino di chef Barbieri, Antonio porta a casa la vittoria del primo Invention Test.
Interessante constatare che il piatto vincitore di Antonio e i quattro piatti peggiori (di Niccolò, Sara, Alice e Chù) siano tutti provenienti dal versante adriatico.
Alice ha seriamente rischiato di uscire con la Golden Pin appuntata al grembiule, ma alla fine si è salvata perché il piatto di Chù è stato completamente annientato dall'aglio. Per lei arriva il grembiule nero del Pressure Test, al quale si unirà insieme alla brigata che tornerà sconfitta dalla prova in esterna. Dopo l'azzardo di non giocare la Golden Pin, le sue intenzioni sembrano essere totalmente cambiate e si dichiara pronta a salvarsi alla prima occasione possibile.
Personalmente, sono molto dispiaciuto dall'uscita di Chù. Non credo fosse la concorrente meno forte della masterclass, ma ha purtroppo commesso un errore che si è rivelato maledettamente fatale. Mancherà sia sul piano umano che dal punto di vista della gara, dal momento che sarebbe stato molto interessante tenere in gioco qualcuno che sa cavarsela anche con la pasticceria. E adesso chi regalerà una gioia al povero Iginio?
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