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Immagine: Sky |
La tredicesima stagione di MasterChef Italia è arrivata ad allietare i nostri giovedì.
Il talent culinario più avvincente della storia della tv si distingue da sempre per prove agguerrite, piatti sofisticati e un cast di aspiranti cuochi che, in quanto a dinamiche, farebbe impallidire la più felice edizione del Grande Fratello.
Prima di inoltrarci nella graduale review della gara vera e propria, dedichiamo una breve panoramica ai venti concorrenti della nuova stagione e a ciò che ci hanno mostrato prima di mettere piede nella cucina di MasterChef.
I più bravi sono entrati in gara per direttissima, ottenendo un sì ai Live Cooking da tutti e tre i giudici, gli chef Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. Con due pareri positivi su tre, invece, un grembiule grigio ha accompagnato i provinanti attraverso lo Stress Test, una prova personalizzata della durata di10 minuti sotto l'occhio vigile dello chef ombra Davide Scabin.
Ecco le mie prime impressioni su ciascun concorrente:
ALBERTO
Il suo piatto Tanto va l'anatra nell'orto che ci lascia la zampina ci dice già che sarà lui il titolista della stagione, quello che ci darà più soddisfazioni nel presentare sogliole lesse con versi petrarcheschi. Ai Live Cooking cuoce l'anatra a puntino, caramella verdure colorate, utilizza scarti e versa riduzioni con la nonchalance di uno chef stellato. Di fatti si becca tre sì. Credo che potrebbe arrivare molto avanti, ma non mi è sembrato avere così tanto screen time al di fuori del suo momento con i giudici.
ALICE
Alice è simpatica e spontanea. Un po' la classica concorrente che ha come piatto forte i gyoza con ragù di cozze, crema di pecorino, rosa canina e zenzero, ma che che poi ritiene opportuno panare una cotoletta con la farina. Una di noi, insomma. Non sono riuscito ancora ad inquadrarla dal punto di vista della gara, potrebbe tanto perdersi quanto riservare grandi cose.
ANDREA
Andrea mi ha fatto un'ottima impressione e credo sia tra quelli da tenere d'occhio. Il suo piatto è stato definito perfetto e lui ha dimostrato una buona conoscenza di tecniche ed ingredienti, anche meno scontati. Non sottovaluterei la sua esperienza come barman e sommelier, che sicuramente fanno di lui uno che di sapori e abbinamenti se ne intende. Nota a margine, trovo sua madre fantastica e spero di ritrovarla in balconata a tifare per lui.
ANNA
Dopo le gesta della deliziosa Marzia Bellino, c'è una nuova farmacista in città. Il suo baccalà del monsignore mi ha fatto venire l'acquolina in bocca ed era certamente uno dei piatti con meno apparenza e più sostanza. Ho adorato il suo stupore nel ricevere i tre sì e sono sicuro che nelle prove in esterna potrebbe essere una macchina da guerra. Nella gara mi spaventano la sua gestione del sale e la sua impostazione forse più rustico-tradizionale che tecnico-innovativa.
ANTONIO
Anche il piatto di Antonio non poteva che ricevere tre sì. Gli è bastato elencare gli ingredienti del suo filetto per farmene sentire i meravigliosi profumi. Credo sia un concreto pretendente alla vittoria finale. Ai Live Cooking mi è sembrato molto attento a rendere i giudici consapevoli della sua conoscenza tecnica degli ingredienti e della strumentazione. L'ho trovato preparato, ma forse anche un pochino primo della classe. Curioso di osservarlo all'opera.
BEATRICE
MasterChef ha una bella tradizione di concorrenti giovanissimi in grado di marciare dritti verso la finale e oltre. Beatrice mi è sembrata preparata sulla teoria, ma non so se abbia le basi abbastanza solide per giocarsela anche sulla pratica. Il piatto dei Live Cooking mi ha dato l'impressione di essere troppo minimal e asciutto. Con le uova dello Stress Test non si è mossa male, ma avrebbe potuto fare meglio. Non ho enormi aspettative, ma spero che mi possa smentire.
CHÙ
La storia di Chù mi ha davvero molto colpito, oltre ad aver tirato fuori tutti i miei lacrimoni. Di contro, non c'è stato abbastanza materiale per farmi già un'idea completa delle sue doti culinarie. Sappiamo che con il pan di Spagna è stata molto brava e che ha avuto personalità e coraggio da vendere nel portare un dolce ai Live Cooking. Spero abbia lo stesso tocco anche con il salato e che non le facciano passare tutte le esterne ad abbattere panne cotte. Voglio vederla brillare.
DEBORAH
Deborah mi ha dato l'impressione di essere una tipa tosta, e a me le tipe toste piacciono molto. Il suo piatto dei Live Cooking era la versione riuscita di F-Empire di Alida Gotta. Un vero azzardo presentarsi con una proposta a base di sole verdure, che a vedersi aveva tutta l'aria di essere qualcosa di veramente complesso e difficile da equilibrare. Sono rimasto molto colpito dalla sua tecnica e qualcosa mi dice che in chiave dinamiche potrebbe essere una tigre.
ELEONORA
Adorabile, sorprendente, vulcanica. Eleonora si è mostrata subito come un personaggione, una cuoca estrosa e con un'idea di cucina originale. Mi ha molto divertito la sua ironica proprietà di linguaggio e il suo modo di fare un po' svampito. Il suo piatto era molto carino e credo che lei abbia le carte in regola per far bene. Avendola osservata cucinare, temo che un calo di concentrazione nella prova sbagliata possa esserle fatale.
FILIPPO
Di Filippo so ancora pochino, se non che il primo piatto presentato era esteticamente molto bello e che le salse non sono esattamente il suo forte. Se ho capito bene, ne ha cannate due su due. La cacio e pepe non era molto convincente e come biglietto da visita non è stato proprio il massimo. Sono molto ansioso di vederlo all'opera con prove più creative, sperando che si possa rifare.
FIORENZA
Ho l'impressione che Fiorenza occupi, per adesso, più la casella della concorrente comedy che quella di una concreta minaccia per il titolo finale. Il gioco sul suo doppio nome mi suona fin troppo ricorrente. Altre spie sono il montaggio che insiste sul suo soffiarsi il naso e sulle sue lacrime. In cucina credo se la cavi meglio di quanto è trapelato, nonostante abbia trovato il suo polpo di presentazione troppo minimale.
KASSANDRA
Nella narrazione di questi primi episodi, Kassandra mi è sembrata un personaggio piuttosto contraddittorio. Da un lato c'è la concorrente ansiosa che deve vincere le sue insicurezze, dall'altro ho percepito delle sfumature da villain non da poco. I suoi piatti per ora non mi sono sembrati così esaltanti e mi è parso di capire che ci fossero errori anche nel pollo cucinato durante lo Stress Test, una prova più abbordabile di altre. Potrebbe comunque regalarci un interessante percorso di crescita.
LORENZO
Un giovane che si dà molto da fare e che cerca di dirottare la sua vita verso ciò che gli piace. Ho apprezzato molto la sua ambizione e la sua sicurezza, che è forse anche un po' la spavalderia dei vent'anni. Il suo risotto aveva dei colori bellissimi e un aspetto davvero invitante. Promette bene, ma bisogna approfondire di più.
MARCUS
Per quanto mi riguarda, Marcus poteva prendersi il grembiule bianco già solo con il suo cervo. Alla fine i pareri sulla salsa rossa erano più che altro soggettivi, mentre tutto il resto era oggettivamente fatto bene. Mi sono sembrati molto invitanti anche i noodles preparati nello Stress Test, che è stato tra i pochi a superare senza troppe riflessioni da parte dei giudici. Ho visto negli avversari una certa stima nei suoi confronti e trovo che la sua provenienza possa regalarci una visione culinaria che a MasterChef Italia non si è ancora mai vista.
MICHELA
La versione italiana di MasterChef rappresenta per certi versi un'eccezione che, per un motivo o per un altro, non è mai stata bissata. Per un po' è stato l'unico programma ad aver avuto come vincitore un villain, senza la preoccupazione che lo fosse. Sto parlando, ovviamente, dell'unica ed inimitabile Tiziana Stefanelli, alias L'Avvocato. Un personaggio divisivo che ho profondamente amato. Ecco, Michela mi sembra l'unica che possa ricalcare quel tipo di profilo. Adoro i suoi modi eccessivi, anche con i giudici, e in cucina sembra sapere il fatto suo. Per tutti questi motivi tifo per lei, nonostante creda che le Marche siano meridione.
NICCOLÒ
Altro aspirante chef che ho amato da subito, sebbene mi stia ancora domandando cosa abbia cucinato esattamente. Il suo riso mi ha dato la sensazione di essere molto complesso, ma anche ben pensato e per nulla casuale. Niccolò è abituato a studiare con successo i libri di medicina e qualcosa mi dice che in quelli di cucina potrebbe essere finanche più immerso. Se così fosse, ne vedremo delle belle. La sua naturale simpatia mi porta a tifare anche per lui.
NICOLÒ
Nicolò è sicuramente uno su cui punterei, quanto meno in ottica finale. Ha carisma, scaltrezza, spavalderia e tutto in chiave simpatica. Il suo agire mi sembra supportato da sicurezza, metodo e consapevolezza di ciò che sta facendo. Mentre nella mia testa facevo il paragone con Valerio Braschi, è stato lui stesso a citarlo. Intravedo però una differenza sostanziale nella sua proiezione verso la tradizione. Spero che durante la gara sia disposto a compiere qualche azzardo, ma anche che i suoi paccheri allo scoglio non diventino spray.
SARA
Sara è la concorrente che ho messo meno a fuoco. Mi è sembrata brava e i tre sì ricevuti confermano la sua buona mano in cucina. Ad occhio, direi che si tratta di un'aspirante chef molto equilibrata, che gestisce bene l'accostamento dei sapori e che governa con abilità le basi della cucina. Non sono così certo che la poca esposizione sia sintomo di un'eliminazione a stretto giro.
SETTIMINO
Il mio idolo. Chiunque cucini a MasterChef cantando le canzoni di Anna Oxa non può che avere un posto nel mio cuore. I due piatti eseguiti sono indubbiamente molto caserecci, ma all'apparenza gustosi e sostanziosi. Non so fino a che punto possa avere dei guizzi che gli permettano di confrontarsi su un livello tecnico superiore. Spero che resti in gioco il più possibile, anche se ha mangiato il culo della gallina.
VALERIA
Il profilo di Valeria è molto interessante, una donna vincente, abituata a gareggiare in modo agonistico e a conquistare gli obiettivi che si è prefissata. In cucina sa come muoversi, ma sono più curioso di vederla alle prese con le dinamiche tra concorrenti, essendo lei una che compete in solitaria. Detto questo, io sono pazzo per 'sta cosa che sfama i gabbiani a botta di wurstel.
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