Bentornati su queste pagine, miei cari burattini incravattati da un milione e mezzo al mese.
Per il decimo episodio della terza stagione di Drag Race Italia, le nostre quattro semifinaliste hanno dovuto vedersela con una main challenge tutta dedicata all'Evento con la E maiuscola. Il Festival di Sanremo, naturalmente.
Riservare un posto d'onore al Festival tra le main challenge è sempre un'idea vincente, con tutte le carte in regola per diventare un appuntamento fisso della nostra versione italiana. Mi ci vedo, nelle stagioni a venire, attendere DragRemo così come attendo lo Snatch Game, il Roast o la Reading Challenge.
Alcuni aspetti, però, non mi hanno convinto del tutto e, a mio modesto avviso, qualche accorgimento potrebbe rendere la prova meno piatta e più accattivante. Personalmente, ho trovato difficile giudicare chi sia andata meglio e chi peggio e l'idea che mi sono fatto si basa più che altro su impressioni.
Per prima cosa, penserei ad un modo per organizzare questa challenge con un numero maggiore di concorrenti in gara e, soprattutto, con esibizioni singole. Ognuna progetterebbe autonomamente la sua esibizione e l'insieme di look, messa in scena, performance e quant'altro ci darebbe più elementi di distinzione tra una proposta e l'altra. Capisco, però, che lo spazio di un episodio non è infinito e diventerebbe molto difficile comprimere un blocco di 6-7 canzoni.
Per quanto riguarda i brani, credo che questa prova volesse strutturarsi più sulla falsa riga della prova dedicata all'Eurovision in Drag Race UK, con pezzi verosimili o comunque credibili. Sia Come se non fosse niente che Rivoluzione solare sono canzoni carine, ma senza quella verve giusta per superare i confini di questa challenge. Forse DragRemo potrebbe fondersi con un'altra prova storica di Drag Race, ossia quella in cui le Queen scrivono ed interpretano le proprie barre. Ci sarebbero più jokes e più versi divertenti a rendere la sfida maggiormente competitiva. I brani già confezionati, e quindi pensati per essere equi, hanno finito per rendere le performance piuttosto equivalenti, tant'è che l'esito senza eliminazione mi è sembrato l'unico possibile.
Riguardo alle singole performance, le considerazioni che ho da fare sono minime, alla luce del fatto che i margini per eccellere o fallire non erano poi così significativi. Non mi è sembrato di rilevare grosse differenze nella componente specifica del canto e, in fin dei conti, nemmeno in tutto il resto. Certo, posso dire di aver preferito la coppia composta da Lina e Melissa per una messa in scena più coordinata, ma se la sono cavata molto bene anche Silvana e Sheeva. All'interno della dinamica di coppia, invece, ho trovato Lina più incisiva di Melissa, il cui falsetto e la cui presenza scenica mi hanno convinto di meno. Anche La Sheeva mi è sembrata più a suo agio di Silvana, di cui ho apprezzato il look da Marcella Bella, ma non le scarpe nere a cozzare con il delizioso abito bianco. Nulla di particolarmente inficiante, ma anche nulla di clamoroso. Tutto sostanzialmente soggettivo.
A conti fatti, insomma, mi è sembrata una main challenge volutamente equilibrata, pensata come una semplice occasione per proporre uno spettacolo piuttosto che una gara da giudicare. E in questo caso specifico potrebbe starmi anche bene come chiosa coerente per un episodio ben riuscito. Pensando all'intera puntata, infatti, mi è molto piaciuto il momento in werk room in cui le Queen riflettono sul loro percorso, così come il lipsync, semplice ma esilarante, al termine del quale anche io avrei salvato entrambe le candidate.
In una nota a margine post visione metto la mia voglia di vedere Jo Squillo e Sabrina Salerno in un progetto televisivo tutto loro. L'aneddoto con Jo che vuole dar fuoco ai soldi in diretta sul palco di Sanremo e Sabrina che teme di finire in galera è stato sublime. Date subito uno show a queste due regine.
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