Gelatooo? No, non ho capito il gioco, scusate. Interrompete!
In verità sono piuttosto confuso dalla main challenge del nono episodio di Drag Race Italia 3. L'unica cosa che ho capito è che oggettivamente La Kiki, Cinzia Furore, Tamara della Salaria, Anal Colica e La Gattaparda sono già un cast pazzesco per la prossima stagione.
Partiamo con ordine, Per la prova Drag per un giorno, le Queen rimaste in gara hanno dovuto trasformare in Drag Queen i cinque influencer ospiti della puntata. Alle coppie è stato poi dato il compito di progettare una runway con i giusti elementi per diventare virale sui social.
Proprio l'insieme di tutte queste cose, a mio avviso, non mette a totalmente a fuoco gli obiettivi di questa challenge e, di conseguenza, non rende univoci i paramentri di valutazione delle performance.
In parole povere, non mi è stato chiaro se bisognasse premiare il risultato della drag-izzazione dell'ospite, la family resemblance (che è poi il paradigma classico da cui nasce questa prova), la capacità della runway di poter diventare virale sui social o semplicemente la bellezza degli abiti proposti. Non necessariamente tutti questi elementi coesistono in ciascuna delle performance che abbiamo visto e, a mio avviso, la vittoria è stata data ad una coppia che ha centrato alcune di queste mission, mancandone delle altre.
Per non confondermi e non confondere, in questa recensione mi limiterò a commentare la main challenge, mentre dedicherò un secondo articolo al ranking della runway, in modo da parlare soltanto di abiti.
A tal proposito, vorrei iniziare proprio dalla vincitrice di puntata, La Sheeva, il cui trionfo è stato argomentato unicamente dalla bellezza dei vestiti proposti. Gli abiti indossati da La Sheeva e Lorenzo Balducci, nelle vesti di Anal Colica, erano effettivamente meravigliosi e la trasformazione in drag dell'ospite credo sia riuscita molto bene. Di contro, però, credo sia stata una passerella con poco potenziale di viralità su internet, poiché il tema del riciclo non era così predominante e sufficiente da far impazzire le visualizzazioni. Infine, la somiglianza del trucco era presente, ma tra i due look non c'era poi così tanta coordinazione.
Somiglianza del trucco e coordinazione sono stati invece ineccepibili nella runway di Lina Galore e Cinzia Furore, al secolo Edoardo Zaggia. Quando la coppia è apparsa sul main stage, per un secondo ho fatto quasi fatica a capire chi fosse Lina e chi Cinzia. Fosse stata una prova esclusivamente finalizzata alla family resemblance, non ci sarebbe stata storia alcuna, dato il make-up perfetto. Gli abiti erano certamente in dialogo tra loro, ma i look di per sé non erano così prestanti a diventare virali. Ho pensato al tema della complementarietà evocato da Lina e credo che sarei rimasto sbalordito se questo concetto fosse stato sviluppato tramite due abiti che, avvicinati in una determinata posizione, sarebbero andati a creare una figura che non ci saremmo aspettati.
Non originalissima l'idea di base della sfilata di Melissa Bianchini e La Kiki, ossia Mehths. Abbiamo visto molte volte il tema di una Queen al centro dell'attenzione con l'altra che partecipa senza voglia e che quasi rovina il momento serioso dell'altra. Basti pensare alle varie sorelle, damigelle, figlie con madri ingombranti. Mi è molto piaciuta la riflessione sulla barba e il modo in cui è stata esaltata, forse l'unico presupposto di viralità della sfilata, che per il resto mancava un po' di verve nell'esecuzione. La somiglianza c'era e i look erano indubbiamente in sintonia.
Non ho mai visto il video che ha ispirato la passerella di Sypario e La Gattaparda, nome divertente ma poco associabile a quello della Queen titolare, ma senza alcun dubbio è stata una performance figlia di un'idea e di una progettazione. Abbiamo effettivamente visto succedere qualcosa di inconsueto con un effetto sorpresa, che quindi si presta ad essere rilanciato sul web. Trovo che il trucco su Christian De Florio dei Papà per scelta fosse molto bello e assolutamente drag. In un certo senso, anche il tema della family resemblance è stato rispettato, in un modo persino più fresco, originale ed inconsueto. Ne consegue che non sono per nulla d'accordo con il piazzamento in bottom di Sypario. Sono invece d'accordo con la sua eliminazione dopo quanto accaduto nel lipsync.
Molto divertente il debutto in società di Carlo Tumino dei Papà per scelta nei panni di Tamara della Salaria, creatura forgiata da Silvana della Magliana a sua immagine e somiglianza. In questo caso la sinergia tra le due Queen è evidente e la somiglianza anche. Tra le coppie, questa è quella che più troverei credibile ad esibirsi come duo. Un po' più complesso il concetto di viralità poiché, di per sé, quello degli stracci e delle spugnette per confezionare i vestiti non è poi così forte come punto di partenza. L'idea del cagnolino Mocio è però esilarante, ma resta da capire se la sua morte per calpestamento fosse precedentemente architettata o se sia stata effettivamente un fuori programma. In questo caso, a favore di Silvana avrebbe giocato una regola fondamentale del web: ciò che più si presta a diventare virale è proprio l'imprevisto.
EPISODIO 8
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