E siamo alla prova regina di ogni edizione di Drag Race.
Parliamo naturalmente dello Snatch Game, una gara rispetto a cui sono estremamente esigente e specialmente nella versione italiana.
Il rischio è sempre quello di aggrapparsi ad imitazioni già inflazionate, di ripetere a pappagallo meme e frasi celebri del personaggio imitato, di inciampare nell'effetto pagina Nonciclopedia di Martufello.
La prova è stata eccezionalmente condotta da Tiziano Ferro, che si è calato molto bene nel ruolo. Ammetto comunque che preferisco il meccanismo originale del gioco con lo spazio bianco da riempire e i match da combinare con gli ospiti.
Silvana della Magliana è senza ombra di dubbio colei che si è mossa meglio. In passato le ho rimproverato di essere troppo attaccata al suo personaggio, ma optando per Sabrina Ferilli ha fatto la scelta giusta. In questo caso ho trovato adeguato giocare su un territorio molto vicino al suo e lei lo ha fatto senza ricalcare né l'originale, né le imitazioni riuscite che già conosciamo. Lo snatch game riesce se sai estrapolare le caratteristiche del personaggio, farle tue ed esasperarle rendendole comunque verosimili. Ho trovato pertinenti tutti i riferimenti e tutte le interazioni con le avversarie. Ho amato tutte le sue battute, da quelle improvvisate a quelle preparate, come la gag degli scontrini di Commesse che è stata un tocco di classe.
Melissa Bianchini non l'ho trovata azzeccatissima nei panni di Urtis. Qualche jokes è stato carino, ma ho visto più che altro Melissa che fa battute con riferimenti alla chirurgia. La scelta del personaggio è stata molto particolare, ma credo che ci fossero dei margini per calcare la mano e rendere l'imitazione più efficace e divertente.
Lina Galore ha proposto una versione di Amanda Lear rispettosa che, come detto dai giudici, poteva essere più esagerata. La somiglianza nel modo di parlare era corretta, ma non ho apprezzato molto l'utilizzo delle stesse battute già dette pubblicamente dal personaggio in questione. Mi aspettavo ad un certo punto anche il riferimento al dialogo con Claudia Schiffer riguardo al suo libro. Credo che ci sia un passo ulteriore da fare tra imitazione e Snatch Game.
Non mi è dispiaciuta la Follettina di La Prada. Sono tra gli amanti della particolare comicità di questa Queen, che a differenza di quella di Silvana non è immediata ed esuberante, ma sottile e tagliente, fatta di battute su cui devi riflettere prima di capirle. Questo non vuol dire che non funzionino, ma semplicemente che non tutti possono trovarle travolgenti. Io ad esempio ho amato il modo in cui mi ha spiazzato la battuta su Vercelli e sulla Gelmini.
Devo dire che io avrei dato la salvezza a Sissy Lea. La sua Patrizia Reggiani Ciucci non era forse un personaggio così presente nell'immaginario di tutti, ma Sissy è comunque riuscita a costruire una narrazione e a caratterizzarlo. Questa sua superbia, questo suo essere scostante io li ho trovati tutto sommato delle trovate simpatiche e dei sintomi di consapevolezza di cos'è uno Snatch Game. Certo, i riferimenti a Pina Auriemma non sono così automatici ed esilaranti come può essere la battuta di pancia sul Telecazzo e anche l'approccio di Sissy poteva essere più carismatico.
Ho trovato altalenante lo Snatch Game di Leila Yarn, che non ha colpito tanto nei momenti che la riguardavano, quanto in alcune situazioni in cui si è trovata a chiosare l'operato delle sue compagne. La sferzata a Melissa Urtis sul poter utilizzare la colla vinilica per tenere insieme le extension è stata puro genio, così come il tormentone "Che patatrac". A Leila va comunque dato atto del coraggio di aver rischiato con un personaggio fuori dagli schemi, come il Capo di Art Attack, reso anche meravigliosamente con il trucco.
Sypario purtroppo ha completamente toppato questo Snatch Game, nascondendosi a mio avviso dietro al pretesto di voler portare qualcosa di concettuale ed intellettuale. In altre occasioni, rischiare con personaggi del genere ha anche funzionato in modo vincente, ma a questa Mano Drag mancava uno scheletro, un'idea portante che rendesse forte la realizzazione. In più, le risposte date durante il gioco sono state contorte, anonime e in alcuni casi fuori fuoco.
La Sheeva ha commesso un errore ricorrente in tutte le sue prove, cioè quello di fare sé stessa senza adattarsi più di tanto alla cornice richiesta. La sua scelta rispecchia esattamente questo paradigma e mi ha ricordato quando nella prova di recitazione si buttò a capofitto su Rizzo. In questo senso, il personaggio di Wanna Marchi era quello che più poteva confondersi con il suo, ma se per Silvana Ferilli ciò ha funzionato, l'involucro di Wanna non è stato abbastanza resistente da poter contenere la personalità di Sheeva.
EPISODIO 5
Drag Masterclass: La Recensione
Back To School Ranking
EPISODIO 6
Twist Ranking
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