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Immagine: Netflix |
Il decimo episodio di Squid Game – La Sfida conclude un
esperimento brillante ed appassionante, che si è distinto per il suo linguaggio
moderno ed accurato. Il game ha certamente scritto un pezzo di storia e, per
quanto riguarda l’Italia, ha forse mostrato un lato diverso del genere reality
che esiste già altrove, ma che non aveva ancora svelato il suo appeal al
pubblico nostrano.
Partendo dalle cornici, siamo di fronte ad un prodotto che sul piano delle
immagini ci ha regalato un set di elementi fisici e digitali che porta il gusto
visivo al suo livello più alto. C’è poi la struttura del gioco, fatta di prove
mai banali atte a mettere in campo diverse tipologie di abilità personali,
psicologiche, relazionali e strategiche. Infine la narrazione, dove editing e
montaggio hanno reso la visione sorprendente e dall’esito non scontato.
Una delle armi più convincenti, però, si è rivelata essere il cast. Un insieme
di persone comuni con storie fortissime, personalità interessanti e caratteristiche
variegate che, a vari livelli, sono emerse come figure a tutto tondo senza necessariamente
oscurarsi tra loro, in un gioco di alternanza tra sfondo e primi piani.
L’episodio finale, ricco di riferimenti ed Easter Eggs che ancora una volta
dialogano magnificamente con la serie tv, ha visto protagonista una Top3 a mio
avviso meravigliosa, insolita per la tradizione dei reality e un passo in avanti
verso quel concetto di rappresentanza che ha accompagnato varie fasi del game.
Sam (016), Mai (287) e Phill (451) sono giocatori che difficilmente avremmo potuto
pronosticare come finalisti verso il montepremi di 4,56 milioni di dollari. A
darcene la conferma è il meraviglioso montaggio di inizio puntata in cui li
vediamo risaltare a colori sullo sfondo in bianco e nero con cui un tempo si confondevano. Non è stato subitissimo che abbiamo cominciato ad accorgerci di loro.
Ora sono soltanto loro tre e, in un dormitorio ormai vuoto, cominciano a studiarsi in vista della finale.
Mentre Phill e Sam possono contare sulla loro amicizia, Mai rappresenta l’incognita
da aspettarsi di tutto. Sono soprattutto lei e Sam a guardarsi le
spalle l’uno dall’altra, mentre Phill sembra quello che maggiormente ispira
fiducia negli avversari.
L’ultima sera, esattamente come nella fiction, la produzione ha deciso di
festeggiare i tre finalisti con uno smoking elegante ed una cena a base di bistecca.
I giocatori ne approfittano per conoscersi meglio, ma anche noi veniamo a sapere
ulteriori dettagli della loro vita. Phill ci parla dei suoi tanti lavori e del
desiderio di utilizzare il montepremi per poter ricambiare chi lo ha aiutato
nei momenti di difficoltà. Sam racconta il turbolento rapporto con una madre che
lo ha aspramente rifiutato per la sua omosessualità, mente Mai spiega le difficoltà che avuto quando è rimasta
incinta a diciannove anni e senza il supporto della sua famiglia.
La cena, però, non è altro che la trappola per un nuovo test che ridurrà i finalisti
da 3 a 2. Sollevando un’enorme cloche, appare una pulsantiera con tre forme (un
cerchio, un triangolo ed un quadrato), ognuna delle quali collegata ad un
diverso destino. I concorrenti dovranno decidere l’ordine in cui sceglierne
una. Se il pulsante resterà grigio non ci saranno conseguenze per il giocatore.
Il pulsante illuminato di verde consentirà al giocatore di accedere alla finale
e di scegliere l’avversario da portare con sé. Il pulsante rosso, invece,
significherà eliminazione immediata.
Decidere chi sarà il primo non è semplice, così come trovare il coraggio di giocarsi
il tutto per tutto premendo un pulsante a caso. Ma è anche un gioco di
probabilità e Mai sa molto bene che le sue sono ridotte, visto che Sam e Phill
si sceglierebbero certamente a vicenda in caso di pulsante verde. C’è da dire,
però, che se il gioco finale dovesse essere il gioco del calamaro, i due uomini
potrebbero essere più propensi a portare in finale una donna più adulta come
Mai. La giocatrice 287 decide di essere artefice del suo destino e, con l’accordo
degli altri due, si appresta a scegliere per prima il suo pulsante. Si tratta,
in realtà di una decisione saggia, dal momento che conviene fare una scelta
quando le possibilità favorevoli sono due su tre e non una su due. Mai sceglie
il triangolo centrale, che si rivelerà essere grigio. A questo punto il gioco
cambia e la situazione per lei diventa più incerta. Deve sperare che il prossimo
sceglierà il pulsante rosso o che, più difficilmente, opterà per tradire il suo
amico in caso di pressione del pulsante verde. Non si arriverà a questo punto,
dal momento che Sam (016) schiaccerà il quadrato decretando la sua eliminazione
immediata.
Mai (287) e Phill (451) tornano nel dormitorio, dove prima dell’ultima
notte hanno un contatto più ravvicinato con l’enorme salvadanaio traboccante di dollari. “Sei pronto a
diventare milionario?”, domanda Mai a Phill.
Il gioco che renderà milionario uno dei due, con grande sorpresa, non sarà il
gioco del Calamaro, nonostante il disegno nel campo da gioco sia esattamente lo
stesso. Mai e Phill se la giocheranno in una sfida a Sasso, carta, forbici.
Ogni volta che uno dei due vincerà un round potrà scegliere una delle chiavi
contenute in una teca. Il giocatore che con la chiave scelta riuscirà ad aprire
la cassaforte accanto a loro sarà il vincitore di Squid Game e potrà mettere le mani sulla tanto agognata carta di credito d'oro.
A questo punto bisogna riconoscere che il meccanismo
scelto per il gioco finale non è esattamente il più esaltante da vedere e che
forse ci aspettavamo una partita più avvincente, fatta di ragionamenti e di una
minore componente di fortuna. In qualche modo, però, Mai ci rende partecipi di alcune
osservazioni che si riveleranno essere efficaci. La prima si basa sul fatto che
Phill è un uomo e che quindi potrebbe tendere a scegliere il sasso e la forbice
più istintivamente rispetto alla carta. È proprio partendo da questo assunto
che Mai riesce a vincere il primo round. Successivamente, la giocatrice 287 riuscirà
a vincerne molti altri tenendo la memoria delle mosse di Phill e provando a
prevedere lo schema di quelle successive. Sarà proprio grazie al maggior numero
di chiavi scelte che Mai riuscirà ad aprire la cassaforte e a vincere Squid
Game .
A proposito di rappresentazione e di Top 3 atipiche, la vittoria di Mai è a dir
poco entusiasmante. Il suo è un profilo che forse non si è mai visto trionfare
in game simili a questo e ciò la rendono una vincitrice unica nel suo genere,
soprattutto dopo aver sbaragliato una concorrenza di 455 concorrenti agguerriti
e sulla carta molto più prestanti. Mai ha vinto meritatamente, alternando prove
in cui ha dimostrato di saper giocare molto bene a momenti in cui non ha avuto
nemmeno bisogno di cimentarsi con i giochi grazie ai rapporti con gli altri concorrenti o alla percezione che questi avevano di lei. Il suo social
game non è stato impeccabile, così come il suo percorso, ma in qualche modo tutto si è incastrato nel modo giusto.
La nostra vincitrice è una donna dalle mille sfaccettature, percepita in modi
diversi dai suoi avversari, talvolta come una nonna dolce e premurosa, altre
volte come inaffidabile, cinica e calcolatrice. L'abbiamo vista nelle vesti di amia sincera e di fine bugiarda ed è questo a renderla interessantissima. Allo stesso modo, il suo vissuto spigoloso e il suo carattere forte, competitivo e determinato sono qualcosa che non ti aspetti si nasconda dietro l'apparenza di un'innocua avversaria un po' più adulta degli altri. Ho tifato anche per lei e sono felice per la sua vittoria.
Ho amato anche ritrovarla a casa sua con un nuovo taglio di capelli, proprio
come il protagonista della serie tv, in un bellissimo montaggio in cui
abbiamo rivisto alcuni dei protagonisti tornati alla loro vita di sempre. Tranne Mai,
ovviamente, che ci mostra la sua luccicante carta di credito con il
codice 0287 collegata ad un conto in banca da capogiro.
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