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Immagine: Netflix |
Chiunque abbia detto che l’attesa del piacere è essa stessa
il piacere evidentemente non ha vissuto l’attesa di Squid Game – La Sfida, il
reality game ispirato in modo maniacale alla serie tv più clamorosa degli
ultimi tempi.
Sin dal trailer è stato chiaro che a Netflix facessero sul serio. Estrema
fedeltà nei giochi, nei costumi e nelle scenografie, ma anche una regia
cinematografica talmente perfetta da illudere i fan che la promozione
riguardasse effettivamente l’uscita della seconda stagione della serie e non
del reality tratto da essa.
456 giocatori, non uno di meno e non uno di più, giunti da ogni parte del mondo
per sfidarsi nella più epica delle battaglie, qualcosa che in tv ha precedenti
soltanto nella fiction.
La promessa è quella di un gioco di forza mentale e capacità
sociali, ma anche di un pizzico di fortuna. Un game in cui contano strategie,
alleanze e tradimenti. Per me che amo i reality game basati su questi elementi
si tratta di un vero e proprio invito a nozze che si prolunga anche per la luna
di miele.
L’obiettivo è portare a casa il montepremi più alto della storia dei reality
show. Ben 4,56 milioni di dollari, più del doppio rispetto ai 2 milioni di
dollari messi in palio nella storica stagione numero 40 di Survivor, Winners At
War, celebrata con un cast stellare composto da venti tra i più iconici
vincitori incoronati nei primi vent’anni del programma.
Rispetto alla serie, Squid Game – La Sfida aggiunge dei
necessari twist per rendere il gioco più accattivante e indagare il modo in cui
le persone reali agiscono e reagiscono davanti alla concreta possibilità di
intascare una cifra difficile persino da concepire. Una narrazione più profonda
di quella che riguarda l’intrattenimento dato dalla competizione. Già nel primo
episodio non mancano comunque i riferimenti che riprendono squisitamente gli
elementi originali, come il dashboard con il recap aggiornato dei concorrenti
in gara, il salvadanaio trasparente con il gruzzolo a vista o i concorrenti che
attendono nella propria città l’automobile che potrebbe cambiare la loro
vita.
“C’è chi è disposto a fare molto di più
per molto meno”, dice giustamente qualcuno. Starla, che ha il numero 318,
si è licenziata per partecipare, nella speranza di poter risanare i suoi debiti
battendo 455 persone a colpi di tiro alla fune e Un, due, tre, stella. Sarà la
prima eliminata del primo gioco.
Si parte naturalmente proprio da Un, due, tre, stella e dall’inquietante
bambola gigante fedelmente riprodotta per l’occasione. Ammetto che, se mi fossi
trovato anche io lì in mezzo, mi avrebbe sfiorato l’idea che potesse uccidermi
realmente. Per fortuna i proiettili sono finti, ma è particolarmente spassoso
vedere i concorrenti che onorano la cornice in cui si trovano fingendo di
accasciarsi a terra e crepare.
Mentre sono intenti a non muovere neanche un sopracciglio, il montaggio ci
aiuta a conoscere alcuni dei concorrenti durante la loro intervista in una
sorta di saletta per gli interrogatori. Sarà molto interessante osservare la
scrittura del format in termini di editing, poiché è impensabile concentrarsi
adeguatamente su ciascuno dei 456 concorrenti, ma anche restringere il racconto
a pochi volti.
Per il momento incontriamo Bryton con il 432, Jada (097) e un giovane padre di
nome Stephen (243), che ha appena visto cadere il suo migliore amico Chase
(242). Trey (301) è lì con sua madre Leann (302), un’ex atleta che schiva per
il rotto della cuffia le occhiatacce letali della bambola assassina.
Tagliato il traguardo, i 197 sopravvissuti possono dunque accedere alla zona
dormitori, dove il salvadanaio si riempie con l’eredità dei 259 eliminati: 10
mila dollari a testa. È qui che i concorrenti vengono avvisati della
possibilità di essere sottoposti a dei test che riveleranno la loro natura, la
loro personalità o semplicemente la loro strategia. Alcuni di essi si
troveranno a scegliere se assegnare dei vantaggi a qualcuno o se eliminare un
avversario.
Il dormitorio è anche il luogo cui in vengono formulati i primi approcci al
gioco e alle possibili strategie da mettere in atto. Dopo aver perso il suo
amico Chase, Stephen (243) comincia a legare con un gruppo di persone tra cui
Kyle (101), un uomo che vuole sfruttare a suo vantaggio la sua aria da
sempliciotto, e Rick (232), il più anziano dei concorrenti che proprio in
questo episodio festeggia il suo sessantanovesimo compleanno. Un ragazzo di
nome Mothi (200) cerca di scambiare una parola con tutti e di fortificare sin
da subito il suo social game in modo da poterne beneficiare in futuro. Bryton (432)
comincia ad attirare antipatie per la sua spavalderia e per l’essersi reso protagonista
di un legame istantaneo piuttosto tipico delle prime fasi dei reality, ossia
quello tra i “bro”, ragazzi
fisicamente prestanti e sicuri di sé che in maniera
quasi naturale si ritrovano a legare e a confrontarsi su muscoli e flessioni.
Un’alleanza che non passa inosservata alla coppia madre-figlio e che sembra
comprendere anche il 107, il primo giocatore a salvarsi ad Un, due, tre stella.
Trovare un equilibrio tra lo stare in disparte per non dare nell’occhio ed
esporsi per cercare alleati è un gioco di dosaggi davvero molto complicato da
gestire. Ne abbiamo un’idea in occasione del primo test, che coinvolge il già
citato Kyle (101) e Dani (134), una ragazza che nella vita si è trovata ad
essere snobbata e sottovalutata ma che grazie alla sua impostazione da
criminologa è abituata a notare gli atteggiamenti di chi la circonda. I due
hanno la possibilità di avvantaggiare qualcuno o di decidere se eliminare un
avversario in modo anonimo. La scelta ricade sulla seconda opzione e le papabili
vittime potrebbero essere Mothi (200), uno dei “bro”, o uno tra madre e figlio in quanto coppia destinata ad
aiutarsi in nome della doppia possibilità di mettere le mani sul bottino. La vittima
è Mothi e il tutto viene quasi presagito da un’inquadratura specifica che, nel
momento che precede l’annuncio, vede Dani chiedere il permesso per passare
proprio al numero 200. È interessante notare che, mentre la ragazza non desta
alcun sospetto, è con lei che qualcuno ipotizza la responsabilità di Kyle a
causa della sua overreaction all’eliminazione.
Uno degli elementi più affascinanti di questo primo episodio è il ruolo che la
conoscenza della serie tv gioca inevitabilmente nel destino dei concorrenti, un
tempo spettatori e ora protagonisti. Lorenzo (161), un italiano che punta a rompere
le convenzioni e che ama parlare di cibo, proprio come alcuni personaggi della
serie si mette in fila più di una volta per poter mangiare più degli altri. Una
scorrettezza per lui lecita ai fini di un miglior sostentamento, ma notata con
disappunto da chi lo osserva a distanza.
Anche le previsioni sulla prova successiva si rivelano corrette grazie alla
notorietà della serie tv. In molti, infatti, sanno di dover affrontare la prova
Caramello, in cui bisogna estrarre una forma da un biscotto incidendo i bordi
con un ago ed evitando di romperla. Ciò che non sanno, però, è che la
produzione farà leva proprio sulle informazioni già note per rendere la
situazione più tesa.
Prima del secondo gioco i concorrenti sono chiamati a disporsi in quattro file.
I quattro a capo di ciascuna fila vengono dunque condotti dalle guardie
mascherate nell’area di gioco dove, osservati ed ascoltati da tutti, hanno solo
due minuti di tempo per dividersi di comune accordo le forme da assegnare ad
ognuna delle file. È ben noto che il cerchio ed il triangolo sono forme più
facili da estrarre rispetto alla stella e soprattutto all’ombrello, che ha
contorni irregolari e una forma stretta facile da spezzare. I numeri 166, 128 e
170 tentano, senza troppi convenevoli, a rifilare l’ombrello al numero 98, un
ragazzo che accortosi del raggiro rifiuta di concordare alla scelta lasciando
scadere il tempo. Ed è qui che accade ciò che noi da casa abbiamo presagito
meglio dei concorrenti nell’arena. Nel mondo di Squid Game, non riuscire a
trovare questo accordo equivale ad infrangere le regole. E chi infrange le regole muore.
La patata bollente passa dunque ai nuovi capofila. Vediamo Bryton istruire la numero 321 affinché non ceda la forma propizia che per ordine spetterebbe alla loro fila. Una volta dentro, i quattro optano per giocarsela in una gara di corsa, ma il numero 454, arrivato per ultimo, sembra non avere la minima intenzione di sottomettersi, nonostante ne conosca il prezzo. A questo punto, il cliffhanger è d'obbligo.
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