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Immagine: Netflix |
Gestire un cast numeroso come quello di Squid Game – La Sfida
è un intrigante esercizio di narrazione. Sin dal primo episodio riusciamo ad
individuare alcuni punti stabili, ma sull’affollato sfondo di questo racconto è
tutto un gioco di comparse e personaggi ricorrenti che di tanto in tanto
guadagnano la ribalta. Con altre facce riusciamo a familiarizzare per il tempo
di una fugace suggestione, senza sapere se le perderemo nell’anonimato o se
diventeranno protagoniste in un plot successivo se non addirittura candidati alla vittoria. Ed è proprio qui che sta il
bello. Ogni volta che un volto si distingue dalla massa, ogni volta che emerge un
nuovo punto di vista, non possiamo mai prevedere se ciò avrà senso per il breve
o per il lungo termine.
All’inizio del secondo episodio, i protagonisti del qui ed ora sono i quattro
capofila alle prese con la spartizione delle forme da attribuire ad ogni gruppo
in vista del gioco Caramello. La loro è una condizione persino più particolare
di quella di chi li ha preceduti. Sanno di avere nelle mani il destino di molti
compagni, ma sanno anche cosa attende loro in caso di mancato accordo. Un
accordo che alla fine non arriva quasi per una questione di principio, come se
non cedere per non deludere gli altri fosse più importante di un montepremi
stratosferico. Come se valesse più la pena di impuntarsi che di provare a
giocarsela. Meglio la morte certa di uno che la morte probabile di tanti.
Non la pensa di certo così il giocatore 432, vero e proprio filo conduttore tra
gli eventi di questo episodio. Bryton non ha la minima intenzione di farsi
sparare per un capriccio o per fare l’eroe, come accaduto al numero 098 o al
454. Se lo avevamo visto persuadere la capofila precedente affinché non
mollasse il triangolo, ora lo ascoltiamo mentre sonda il terreno con i compagni di fila
sulla possibilità di accollarsi l’ombrello in caso di circostanze estreme.
Qualcuno gli fa notare che non ci sarà bisogno di cedere, poiché a farlo sarà
qualcun altro. Ed è in questo istante che un altro volto, un’altra storia, si
fa spazio tra la folla. Spencer, il numero 299, si mostra subito come la nemesi
di Bryton. Si definisce introverso, credulone, dalla lacrima facile. Un
ragazzo empatico che sente la pressione di dover aiutare gli altri. Un tipo
credente, ma deluso dalle mancate risposte alle sue domande. Anche Bryton è
credente, ed essendo abituato a cavarsela sempre da solo, non sopporta i
piagnistei ed è incline ad affrontare le cose che gli capitano in modo
concreto, accettando la volontà di Dio. Sono le parole degli altri a dipingerlo
come arrogante e spavaldo, pronto a non guardare in faccia a nessuno pur di
vincere. Presto useranno per lui parole ben più forti.
Spencer scoppia in lacrime prima ancora di entrare nell’area di gioco, sotto
gli occhi di un Bryton contrariato. Un concorrente gli dice subito che il 432
ha fiutato la sua debolezza e che lo prenderà di mira. Una volta nell’arena è
proprio così che vanno le cose, con Bryton che prende di petto Spencer
mettendolo immediatamente davanti ad un bivio: o prendi l’ombrello o vai a
casa. Il giocatore 299 è pressato, vorrebbe fare la cosa giusta per tutti ma è
già stato travolto dagli eventi. Le argomentazioni che usa per raddrizzare la
situazione sono inconsistenti. Spencer dice invano di voler prendere una forma semplice in
modo da poter aiutare gli altri con i loro biscotti una volta che avrà finito. Il tempo scorre e, per accettare l’ombrello, chiede agli altri di fare altrettanto.
Bryton, a questo punto, non può che illuderlo e dirgli che sarà così. Le forme
sono assegnate. Bryton ha il triangolo e Spencer l’ombrello. Tra i
festeggiamenti delle prime due file e la delusione della quarta, il personale
comunica che chi ha finito non potrà aiutare gli altri. Nello stesso istante l’individualista
è diventato l’eroe della sua gente e l’altruista ha condannato a morte decine
di compagni. Il primo sorride beffardo, l’altro trattiene a stento i conati di
vomito. Il gioco ha inizio.
Anche se la troppa sicurezza miete qualche vittima, la maggioranza dei
concorrenti con il cerchio riesce a farla franca. Tra questi Trey (301) e Leann
(302), ma anche il giovane giocatore 141, che all’ultimo secondo mostra
la sua forma alle guardie tremando come una foglia.
Festeggiato da tutti, il giocatore 432 invita i compagni a non cantare vittoria
troppo presto, tant’è che il primo triangolo rotto arriva prima del primo
triangolo estratto. Si tratta di un giocatore speciale, il 456, colui che porta
il numero di Seong Gi-hun, il protagonista di Squid Game che nella serie vince l’intero gioco.
Tra quelli che superano la prova ci sono Bryton (432), Lorenzo (161), e il giocatore
biondo con il 222, che per comodità ho ribattezzato Enzo Paolo Turchi.
Con la stella, le cose diventano molto più difficili e a cadere, tra gli altri,
è Dani (134). Succede dopo un racconto struggente in cui la ragazza aveva
confidato di voler finalmente dimostrare di poter fare qualcosa di buono. Dani
ammette di sentirsi in colpa per la scorrettezza ai danni del numero 200, che
ha eliminato invece di sfruttare l’occasione per aiutare il prossimo. Tra i
concorrenti che se la cavano c’è Stephen (243).
Il gruppo dell’ombrello non risparmia parole di rancore nei
confronti di Spencer, che non riesce ad alzare lo sguardo. È inevitabile che il
maggior numero di vittime sia proprio tra loro. Il perimetro è troppo irregolare e
diventa rischioso fare pressione su una forma con una parte così lunga e stretta. Gli spari sono tantissimi. Ad ogni colpo, Spencer rischia di
vomitare sul biscotto che sta cercando di estrarre. Pensa di aver rovinato il
futuro di tante famiglie e di rimanere per sempre prigioniero dei brutti ricordi di quelle
persone. Alla fine cade anche lui.
Nel dormitorio sono rimasti in 119, in corsa per un montepremi che ha già
superato i 3 milioni di dollari.
Gli stati d’animo sono diversi. Stephen (243) ha perso Kyle (101), anche lui
beffato dall’ombrello, ed è alla ricerca di nuovi amici e possibili alleati. È così
che si forma la Gambu Gang, che prende il nome dal termine coreano celebrato
dalla serie tv e che sta a significare la figura del migliore amico, del
compagno di giochi per la vita, qualcuno con cui condividere tutto, con cui
vincere ma anche perdere insieme. Ad aderire ci sono, tra gli altri, il
giocatore 031, il giocatore 446, il giocatore 204 e il giocatore 232, Rick, il
più anziano del dormitorio, un concorrente che per spirito e approccio al gioco
ricorda il personaggio della serie con il numero 001, il gambu del protagonista.
Se un gruppo di giocatori affronta l’esperienza del game in
questo modo, tanti altri si guardano intorno alla ricerca degli avversari più
temibili. In molti festeggiano la mossa di Bryton, ma altrettanti vedono in lui
qualcuno da eliminare al più presto o che comunque ha già troppi nemici per poter sperare di avanzare ancora. Tra questi c’è Chaney (179), che lo trova
presuntuoso, sfrontato ed irritante. Anche Trey (301) avrebbe preferito
liberarsi di giocatori come il 270 e il 107, che oltre ad essere arrivato primo
ad Un, due, tre stella è riuscito a cavarsela anche con l’estrazione dell’ombrello.
Il primo della sua lista è però proprio Bryton. Curioso, a tal proposito, il
diverso approccio di sua madre Leann (302), che ci racconta di partecipare per
poter ritrovare il fuoco che aveva dentro e che ora non sente più. La donna
vede nel giocatore 432 un ottimo alleato per le eventuali prove di forza, in
particolar modo se nell’aria c’è il famigerato tiro alla fune. Leann si
avvicina dunque a Bryton per creare un dialogo ed un punto di contatto per il
futuro, convincendo il ragazzo di essere un buono che non viene capito. In un toccante confessionale, Bryton ci racconta proprio di questo suo sentimento che coinvolge anche gli affetti più stretti e che lo porta a sentirsi da solo.
È ancora una volta Bryton a trascinare in superficie
un nuovo personaggio che fino ad ora era rimasto sullo sfondo. Si tratta del
numero 198, Husnain. Quest’ultimo non vede l’ora di eliminare Bryton a causa
dello screzio avuto con lui nei corridoi e del tono minaccioso con cui gli si è
rivolto.
Quando il personale posiziona un telefono nel dormitorio, Husnain coglie subito
l’opportunità di liberarsi del suo nuovo nemico. Si tratta ovviamente di un
nuovo test psicologico escogitato dalla produzione. In molti ritengono che la
miglior cosa da fare sia quella di non toccarlo e di mimetizzarsi nella folla
per sottrarsi dai guai. Quando il dispositivo squilla, è proprio il numero 198
a rispondere e chiedere di poter eliminare il giocatore 432. Tutto ciò che
riesce a rimediare, invece, è un pasto a base di hamburger e patatine fritte, su cui perlopiù
si avventeranno gli altri concorrenti. L'ironia della sorte vuole che sia proprio Bryton ad etichettare come
ripugnante e disgustoso tale comportamento nei confronti del 198. La fame di Husnain, però, non si è
placata e il ragazzo spera ancora di poter mandare a segno il suo colpo mortale
contro il suo rivale. Il telefono squilla di nuovo ed è ancora lui a
rispondere. Stavolta dall’altro lato della cornetta non c’è nulla
di buono. Se non riuscirà a passare la telefonata a qualcun altro entro due
minuti finirà eliminato. Sarà forse la sua fine o l'inizio di una nuova storia ancora da scrivere.
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Squid Game - La Sfida - Review Episodio 1
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