Molti dicono 2000, molti altri 2012, altri ancora 1999. Qual è il podio più epico della storia del Festival di Sanremo? Quando ve lo chiederanno, ci sarà solo e soltanto una risposta che potrete dare: 1952.
Nilla Pizzi, Nilla Pizzi e Nilla Pizzi. È lei la regina incontrastata di questa seconda annata di Festival, passata alla storia anche per l'azzuffata in teatro tra il cantante Gino Latilla e il direttore d'orchestra Cinico Angelini. Il motivo? Sempre Nilla Pizzi, che pare facesse battere i cuori di entrambi.
Una e trina, la cantante di Sant'Agata Bolognese riuscì a piazzarsi contemporaneamente su tutti e tre i gradini del podio senza essere lontanamente minacciata dal punteggio della canzone classificatasi quarta. E la Nilla del secondo posto riuscì persino a non mandare a quel paese i giornalisti per aver sostenuto la Nilla del primo, ribaltando il risultato del televoto da casa.
Sanremo 1952 si svolse dal 28 al 30 gennaio, sempre con la conduzione di Nunzio Filogamo. Confermata anche la location del Salone delle feste del Casinò di Sanremo.
Il meccanismo, così come era stato per la prima edizione, prevedeva due serate eliminatore (ciascuna con la qualificazione di 5 brani su 10) più una serata finale.
Cinque gli interpreti in gara con Gino Latilla e Oscar Carboni che si unirono a Nilla Pizzi, Achille Togliani e Duo Fasano, già protagonisti dell'edizione precedente del Festival.
Durante questo re-listening ho notato, con mia sorpresa, la presenza di una forte componente malinconica nei confronti del passato, che mi sono spiegato in parte realizzando che nel 1952 era ancora troppo limpido nei ricordi l'orrore della guerra. Ho riscontrato, però, anche una certa varietà, con suoni nuovi e voci che timidamente si affacciano al futuro.
Ascoltiamole, con un click sul titolo, e diamo di nuovo inizio al Festival di Sanremo 1952.
20° posto
Perché le donne belle – Oscar Carboni – 7° posto
Dal punto di vista prettamente acustico, la canzone è carina e si intravede una velocità che tende al '900 piuttosto che all'800, anche perché Carboni usa la voce in modo più disinvolto e aperto rispetto ai colleghi uomini presenti al Festival. Tuttavia, ho scelto di mettere questa canzone all'ultimo posto perché la frase "le donne belle son fatte solo per baciar", e in generale l'andazzo della canzone, non dà un messaggio che mi piace.
19° posto Libro di novelle – Achille Togliani –
9° posto
Sono una persona orribile, considerato il tema, ma non posso che assegnare questa posizione. Trovo il brano eccessivamente melenso. La voce narrante racconta di aver ritrovato un vecchio libro di fiabe che lo ha riportato alla sua fanciullezza, quando la madre gli leggeva di fate e principi azzurri. Tenero, ma didascalico. Non sentivo una canzone così ruffiana dai tempi di I bambini fanno oh, che tecnicamente potrò ascoltare soltanto tra 53 anni.
18° posto
Madonna delle rose – Oscar Carboni – 4° postoIl repentino passaggio dallo sciupafemmine al devoto mi ha spiazzato. Carboni si rivolge a Nostra Signora delle rose chiedendole di far tornare da lui la donna che ama. "Madonna delle rose, riportami il sorriso di quella che cantava in questa casa". Ipotizzo che se ne sia andata perché veniva chiamata "quella".
17° posto
Malinconica tarantella – Gino Latilla – Non FinalistaIl testo di questo brano di Latilla è più contorto di una versione di Tacito. La parola tarantella mi faceva pensare a qualcosa di allegro, invece fatico a capire quale guaio sia stato passato in questa canzone. Con fare mesto, Gino si rivolge ad una tarantella chiedendole di non essere triste e di tornare a fare la pazzerella. Onestamente, dal momento che questo blog non mi frutta denaro, non ho provato più di tanto a capirci qualcosa.
16° posto
Buonanotte (ai bimbi del mondo) – Nilla Pizzi e Duo Fasano – Non Finalista
Delle due ninne nanne proposte da Nilla Pizzi in questo Festival, questa è decisamente la meno interessante. Una canzone dei buoni sentimenti fatta di piccin, cuscin e pigiamin. Il brano prova ad intenerirci con l'innocente bontà dei bambini che dormono ignari dei drammi della vita ma, da insonne doc, quella che riesco a provare è soltanto una gigantesca invidia.
15° posto
Nel regno dei sogni – Nilla Pizzi e Achille Togliani – 10° posto
Parafrasando Jovanotti direi: altro che Lady Gaga, altro che Bradley Cooper. Questi sono i duetti che ci fanno sognare. Mi sembra quasi di vederlo il pubblico del 1952 che attende il tradizionale feauturing di Achille Togliani e Nilla Pizzi. I due quest'anno ci regalano avvolgenti atmosfere da favola nelle vesti di re e regina del regno della felicità.
14° posto
Al ritmo della carrozzella – Duo Fasano – Non Finalista
Il nostro duo preferito torna alla riscossa del Festival a passo di gambero, sempre con sguardo nostalgico verso i tempi che furono. Stavolta, il pretesto per raccontarci che si stava meglio quando si stava peggio è un lungo e lento viaggio a bordo di una carrozzella. Questo antico mezzo di locomozione permette alle artiste di rammentare la gioventù al suono delle onomatopee “clicchetì, clicchetì, clicchetà”.
13° posto
Vecchio tram – Duo Fasano – Non Finalista
Le gemelle Fasano, a questo punto palesemente finanziate da una qualche compagnia di trasporti pubblici, non fanno in tempo a mollare la carrozzella che già si ritrovano a bordo di un tram, a cui dicono pure di voler bene. La canzone, quasi più da Zecchino d'Oro che da Sanremo, è un omaggio ad un vetusto veicolo ferrotranviario che ha dedicato i suoi anni migliori a scarrozzare innamorati e pendolari dalla città alle zone limitrofe. “Tu mi metti in cuore tanta poesia”, dicono. Si vede proprio che siamo negli anni ’50 e che non hanno la minima idea delle poesie che sentirebbero oggi su un tram diretto in periferia.
12° posto
Un disco dall’Italia – Gino Latilla – 5° posto
Non poteva mancare anche quest'anno la puntuale quota partenopea. Napoli è evocata in questa canzone che affronta il tema degli italiani all'estero e del proverbiale pacco da giù. Invece delle bottiglie di salsa e dell'olio buono, Latilla ha ricevuto per posta un disco di musica italiana. Egli lo ascolta a ripetizione come se fosse un sorso di dissetante acqua fresca, ricordando la sua patria, la sua mamma ed il suo amore. Conoscendo ormai i toni iperbolici e melodrammatici dell'epoca, non mi stupirei se invece che all'estero si fosse trasferito da Napoli a Frosinone.
11° posto
Ninna nanna ai sogni perduti – Nilla Pizzi – Non Finalista
In questa seconda ninna nanna non ci sono bambini da mandare a letto, ma troviamo piuttosto una signora Pizzi arrabbiata come una iena con coloro che l'hanno ingannata e fatta soffrire, a cui ne canta letteralmente quattro. “Gli sguardi che mi davano ferite ad altri sorridendo donavate”. Lo stato d’animo è quello di una donna che vuole guardare avanti, ma che lo farà accantonando sogni ed illusioni. Per questo darà loro la buonanotte.
10° posto
Pura fantasia – Gino Latilla – Non Finalista
Inizialmente questa canzone mi suonava obsoleta persino per l'epoca, ma con qualche ascolto in più ha cominciato a scalare la mia classifica come una qualsiasi canzone di Ultimo quando arrivano i voti da casa. Abbiamo un uomo al pianoforte che rimugina sulla sua storia d'amore. Pura fantasia si riferisce all'ipotesi che lei possa tornare a chiedergli scusa. Aspetta e spera, caro mio.
9° posto
Ragazzi, Due gattini spacca di brutto! Con la canzone dedicata al tram avevamo pressoché intuito che il repertorio del Duo Fasano non vertesse esattamente sui massimi sistemi. Con questo pezzo dolce e divertente, le nostre due eroine si riscoprono gattare e, grazie ad un testo che pullula di elisioni, raccontano come due micini che si scaldano davanti ad un camino sappiano spiegare l’amore meglio di qualunque libro o di qualunque film. In un Festival che ha visto sul podio papere e colombe, saranno state incazzatissime che 'sti du gatti non siano riusciti nemmeno a superare la prima serata.
8° posto
La collanina – Achille Togliani – Non Finalista
Di Cartier, Bulgari, Cartier: La collanina.
No vabbé, ma Achille Togliani è un cuoricino! Questo brano, old fashion ma carino, si basa tutto su una triste coincidenza di eventi dal forte potere metaforico. La collanina regalata alla sua ragazza si va a spezzare proprio nel momento in cui anche lei gli spezza il cuore. “La collanina mia s’è infranta, son lacrime le perle ormai” e ancora “La bocca che baciai qualcuno la baciò e il filo che ci univa si spezzò”. Achille, cosa dirti se non che non ti merita? È proprio il caso di dire: perle ai porci.
7° posto
Vecchie mura – Achille Togliani – 8° posto
Un brano con una scrittura molto interessante, che utilizza le parole per ottenere effetti sonori più accattivanti. Per quanto il termine vada preso con le pinze, l’ho trovata una canzone moderna. Le mura sono il luogo presso cui il nostro Achille non potrà ritornare senza che riaffiorino i ricordi dei momenti felici vissuti con la sua amata. Il leitmotiv è sempre un po' quello dell'esagerazione, vi basti pensare che se la prende per il poco tatto delle rondini che gli volano sopra perché “non c’è primavera per me”.
6° posto
Una donna prega – Nilla Pizzi – 3° posto
Dirige l'orchestra il maestro Lorena Bianchetti.
Il brano ha come protagonista una donna a cui non resta altro che rivolgere un'ultima disperata preghiera al cielo. Un pezzo carico di tensione, che regala immagini forti e misteriose. Per quanto mi riguarda, la gran parte del suo appeal sta nel pathos che riesce a darle l'interpretazione di Nilla Pizzi.
5° posto
Cantate e sorridete – Oscar Carboni – Non Finalista
Le donne restano il maggiore interesse del nostro Oscar Carboni, il cui stile retrò nasconde paradossalmente una certa freschezza. Una freschezza pur sempre degli anni '50, ma che fa guadagnare orecchiabilità al brano. Il trentottenne Carboni omaggia la gioia delle ragazze che cantano rivolgendosi ad esse con il tono di un pensionato che ha ormai fatto il suo tempo.
4° posto
L’attesa – Gino Latilla – 6° posto
Romanticismo ed eleganza per una canzone d’amore d’altri tempi che racconta la storia di un gentile corteggiamento fatto di rose, di ore felici, ma anche di lunghe attese. L’attesa del piacere è essa stessa il piacere? Per Gino Latilla sembrerebbe proprio di sì, tant’è che definisce delizioso l'anno che sta trascorrendo ad aspettare la propria amata. Ma dove lo troviamo noi uno che reagisce così quando siamo in ritardo?
3° posto
Il valzer di Nonna Speranza – Nilla
Pizzi e Duo Fasano – Non Finalista
Questa canzone è bellissima! Ammetto che, pur essendo un brano che nessuno collocherebbe negli ultimi tre secoli, è riuscito a farmi veramente sciogliere. Il ritmo è quello di un classico valzer in cui anche il cantato segue un andamento piacevole e leggero. Il valzer di Nonna Speranza mi ha trasmesso una strana sensazione di nostalgica serenità, spiazzata sul finale con il gioco di parole contenuto nel verso “Da tempo Speranza è svanita”.
2° posto
Vola colomba - Nilla Pizzi - 1° posto
Molto difficile dover scegliere quale far vincere tra questa e la prossima canzone. Vola colomba è un pezzo a dir poco meraviglioso a cui non si può che riservare un ascolto silenzioso e raccolto, in particolare per ciò che riguarda questo live sanremese. Il brano ha come tema la questione del ritorno di Trieste in Italia e non è difficile coglierne i riferimenti nelle metafore della colomba bianca e degli innamorati in attesa di ricongiungersi. Valore aggiunto sono il testo e la toccante interpretazione di Nilla Pizzi.
1° posto
Papaveri e papere - Nilla Pizzi - 2° posto
Perché ho scelto di far vincere Papaveri e papere? Beh, innanzitutto perché è una bop internazionale. In secondo luogo perché ascoltando l'audio originale, linkato nel titolo, dà proprio la sensazione di essere una splendida allucinazione collettiva, nonché un brano divertente che rivoluziona completamente il linguaggio di un Festival finora così ingessato e serioso. Non riesco a non immaginare la sorpresa per il pubblico dell'epoca e tutta la gente che la canta. Se quella di Vola colomba è una Nilla Pizzi all'apice della tensione emotiva, qui la ritroviamo alle prese con una performance persino più difficile che rompe la liturgia con l'ironia della satira. Il testo è brillante e presenta tante di quelle allitterazioni da sembrare uno scioglilingua. Apparentemente sciocca, dietro l'allegoria dei papaveri e delle papere, la canzone nasconde una critica alle dinamiche tra chi detiene il potere e chi lo subisce. Nell'audio originale sentirete anche la voce di Mario Bosi nel ruolo del papero. Nilla era anni luce avanti persino rispetto alla scimmia di Gabbani.
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