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MASTERCHEF ITALIA 13 - REVIEW EPISODIO 20

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FESTIVAL DI SANREMO: IL RE-LISTENING - 1951


Pochi giorni fa, Amadeus ha annunciato la lista dei cantanti che prenderanno parte al Festival di Sanremo 2024. Il countdown per il 6 febbraio è appena cominciato, e cosa si fa in attesa della ripartenza del proprio programma preferito? Il rewatch delle stagioni precedenti! 

Sì, so bene che in questo caso le stagioni precedenti sono 73, ma ho deciso comunque di compiere quest'impresa folle e di lanciarmi nell'ascolto di tutte le canzoni passate dal palco del Festival
. Un re-listening annata per annata durante il quale le ascolterò, le commenterò e le ordinerò secondo la mia personalissima classifica.

Non possiamo che partire dalla storica edizione del 1951, condotta da Nunzio Filogamo. Il Festival si tenne dal 29 al 31 gennaio presso il Salone delle Feste del Casinò di Sanremo ed era molto diverso da come lo conosciamo adesso. 

Santa Wikipedia ci informa che le serate cominciavano alle 22:00 ed erano trasmesse alla radio. In sala c'erano dei tavolini dove gli spettatori sedevano per le consumazioni e da cui potevano votare i brani. Pare addirittura che si facesse fatica a riempire i posti, nonostante fossero molto meno costosi rispetto ai prezzi odierni. In ciascuna delle prime due serate, di 45 minuti l'una, vennero eseguite dieci canzoni e cinque per ogni girone furono ammesse alla finale, della durata di 2 ore. 

La differenza più evidente rispetto ai Festival moderni sta nella presenza di soli tre artisti a spartirsi tutti i brani in gara, talvolta in duetto. Immaginate una cosa del genere oggi, con un terzo delle canzoni affidate, per esempio, ad Al Bano. 

Nel 1951 a rappresentare la canzone italiana c'erano Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano (le gemelle Dina e Delfina Fasano), il cui modo di cantare ricorda quello dei fiori di Alice nel Paese delle Meraviglie durante l'esecuzione di Nel meriggio d'or

Durante il re-listening intensivo di tutte le edizioni di Sanremo commenterò i brani con spirito divertente e leggero, ma senza sottovalutare la possibilità di dare una lettura alle varie epoche, proprio come il Festival continua a fare attraverso gli anni. 

Non ci resta che passare all'ascolto delle 20 canzoni in gara (basta un click sul titolo) seguendo la mia più che contestabile classifica. Dopo 72 anni anni, diamo di nuovo inizio al Festival di Sanremo 1951. 

20° posto 
Sotto il mandorlo – Duo Fasano – Finalista
Le Fasano Sisters rispolverano una vecchia foto dello sposalizio dei propri nonni in cui la coppia e ritratta all'ombra di un mandorlo, simbolo di purezza. Il pezzo è caratterizzato da una forte nostalgia per il passato, motivo per cui mi suona un po' uncomfortable il passaggio in cui la nonna viene descritta come "una bimba un poco timida già promessa sposa". Siamo agli albori degli anni '50 e le due interpreti sospirano constatando che amori così candidi non si trovano più. C'è persino un verso che recita letteralmente "Come mi piacerebbe poter tornare nell'Ottocento". Dirige l'orchestra il maestro Alice Sabatini, l'ex Miss Italia curiosa di vivere nel 1942. 

19° posto
Sedici Anni – Achille Togliani – Finalista
Con questo brano, Achille Togliani condivide con noi la tristezza che invade il suo cuore per aver perso la spensieratezza dei suoi sedici anni. Il brano rimpiange una giovinezza che non tornerà più, quando il futuro sembrava promettente e pieno di sogni. Ora, io non so quale fosse l'aspettativa di vita nel 1951, ma se già Dante nel Trecento contava di campare una settantina d'anni, direi che questa preoccupazione è un filo esagerata da parte di un ventisettenne che si trova pur sempre al Festival di Sanremo.
 La Tatangelo brucerà le tappe vincendolo a quindici anni, ma questo all'epoca non potevano saperlo. 

18° posto
La cicogna distratta – Duo Fasano – Finalista
E figurati se per il duo più conservatore degli anni '50 i bambini non li portasse la cicogna. Ho analizzato il testo e sono pronto a dirvi tutto di questo giallo ornitologico. Come suggerito dal titolo, il brano ha come protagonista una cicogna, la bestiola preferita dalla ministra Roccella. L'esemplare in questione, ahimè, ha delle oggettive difficoltà ad orientarsi e, in preda ad una crisi di identità che la porta a credersi Babbo Natale, cala i suoi fagotti nel camino (voglio sperare spento) della dimora sbagliata. I pargoli, dunque, non arrivano ai novelli sposi, ma alla coppia di nonni della casa adiacente. Tutto è bene quel che finisce bene e, dopo i dovuti reclami a Deliveroo, la consegna viene effettuate al recapito corretto

17° posto
Sorrentinella – Duo Fasano – Non Finalista
Sorrentinella è una storia di denuncia sociale che invita a non abbandonare le proprie tradizioni. La figura centrale è quella di una ragazza di Sorrento con troppi grilli per la testa che ha smesso di ballare la tarantella per dedicarsi ai ritmi più esotici del samba e del foxtrot, un po' come Wanda Nara a Ballando con le Stelle. La giovine è solita girare in Lambretta e dire di sì a tutti i suoi corteggiatori, ma nel brano ci si augura che possa ritrovare se stessa e la vera felicità nelle "usanze di allora". Ah, i trasgressivi anni '50. 

16° posto 
Mani che si cercano – Achille Togliani – Non Finalista
La versione antesignana e morigerata di Pensiero Stupendo racconta di mani che si sfiorano senza saperlo, tra il tenero e l'erotico. Ovviamente, tutto accade in sogno, perché uno degli elementi ricorrenti dei brani del 1951 è l'anelito nei confronti dell'amore, anche sensuale, che però difficilmente va a parare da qualche parte. Qui di sensualità, seppur virtuale ed innocente, ce n'è tanta. Achille Togliani ha camminato affinché Rosa Chemical potesse correre. 

15° posto 
Oro di Napoli – Duo Fasano – Non Finalista
Le due gemelle torinesi tornano ad ambientare le loro hit in Campania. Va premiato il coraggio di sfidare il pubblico della riviera cantando per tre minuti che il paradiso è a Napoli, che il mare bello è a Napoli e che in quel di Napoli pure l’amore è tutta un’altra cosa. È dopo questa esibizione che gli organizzatori del Festival hanno deciso di passare al contrattacco imponendo gli spot La mia Liguria per tutti i secoli dei secoli. 

14° posto 
Tutto è finito – Nilla Pizzi – Non Finalista
Dirige l’orchestra il maestro Giacomo Leopardi.
Un brano drastico, pessimista e apocalittico, ideale per il pubblico che sperava di assistere ad un allegro spettacolo di canzoni. Nilla intona solenne versi rassicuranti e fiduciosi nel futuro del calibro di: “Lacrime amare tu piangi, ma non potranno mai più consolarti”. Quando si dice trovare conforto nella musica. 

13° posto
Mai più – Achille Togliani – Non Finalista
Di Zequila, Pappalardo, Zequila: Mai più.
Il motivetto parte buffo e scanzonato, ma quello che si sta consumando è un vero e proprio dramma. Una cocente delusione sentimentale ha convinto il nostro Achille a non voler tentare mai più la fortuna in amore. Anzi, mai più, mai più, mai più. Nothing I can say, a total eclipse of the heart. 

12° posto
Notte di Sanremo – Nilla Pizzi – Non Finalista
Dolce e per nulla ruffiana la canzone con cui Nilla Pizzi cercava di ingraziarsi i cuori ed i voti del pubblico raccontando di quel suo indimenticabile primo bacio d’amor dato tra le rose osservando il mare. Guarda caso proprio a Sanremo. Non, che ne so, a Ventimiglia o ad Arma di Taggia. 

11° posto
Eco tra gli abeti – Nilla Pizzi e Achille Togliani – Finalista
Un remake contemporaneo della celebre lirica La pioggia nel pineto, dove al posto di D’Annunzio ed Ermione troviamo i nostri jolly Achille e Nilla. Devo dire che l’ambientazione declina questa storia d’amore in modo abbastanza particolare e che il gioco di rimandi tra le voci conferisce al brano un tocco di originalità che lo fa distinguere dal contesto. A tratti mi ha ricordato il duetto al pozzo tra Biancaneve e il suo principe. 

10° posto
La margherita – Nilla Pizzi e Duo Fasano – Finalista
Non è una canzone dedicata ad una pizza, né al partito di Rutelli. Si tratta di un brano molto carino ed orecchiabile che, tanto per variegare un po’ i temi, racconta di una giovane anima che sogna l’amore. Alla disperata ricerca di un sì o di un no, la pulzella interroga ad uno ad uno i petali di una margherita, che si sa, “fra i fiori è l’indovina”. 

9° posto
Sei fatta per me – Achille Togliani e Duo Fasano – Non Finalista
Canzoncina divertente che si fa canticchiare a ritmo di swing. La trama narra di un ragazzo e di una ragazza che ogni volta che si incontrano si voltano a guardarsi, ben sapendo di essere fatti l’uno per l’altra. Il proposito che si rivolgono è quello di non temporeggiare e convolare a giusta nozze. Così, senza nemmeno prendere prima un caffè o guardare un film al cinematografo.

8° posto
Mia cara Napoli – Nilla Pizzi – Non Finalista
Una canzone dal sapore antico ed elegante, che si lascia ascoltare e suona come un tango in onore della città più gettonata di questo Festival. Nilla esalta Napoli come non ho mai sentito fare nemmeno a Marisa Laurito, attribuendo ad ogni bellezza locale la protezione di una qualche divinità celeste. Ammetto che, nonostante non sia affatto il mio genere, mi è entrata in testa. 

7° posto
È l’alba – Nilla Pizzi – Non Finalista
È l’Alba. Questo disse Nilla Pizzi prima di cantare, riconoscendo in prima fila la Parietti, già lì nel 1951. Il testo della canzone può avere diverse chiavi di lettura poiché la parola “sogno” tenta di edulcorare quello che per me è un più carnale e audace ritratto di due amanti clandestini che all’alba devono separarsi. Pochi efficaci versi che esprimono tutta la sofferenza del non poter stare insieme, uno dei quali descrive alla perfezione il mio stato d'animo ad ogni risveglio: "È l’Alba e tutto muor in me". 

6° posto
Famme durmì - Achille Togliani e Duo Fasano - Finalista
Una canzone carina e ritmata che, tanto per cambiare location, ci porta nella ridente città di Napoli. Qui incontriamo un uomo che non dorme da tre notti perché il pensiero di una certa Maria non gli permette di chiudere occhio. Al contrario della bella addormentata nel bosco, il giovane aspetta un bacio o un “ti amo” per poter crollare finalmente in un sonno profondo. A tal fine, come un novello Romeo, si dirige di buon mattino sotto il balcone della ragazza. Non era meglio una tisana alla valeriana?

5° posto
Al mercato di Pizzighettone – Achille Togliani e Duo Fasano - Finalista
Indubbiamente uno dei brani intramontabili di questo Sanremo 1951, tant'è che io stesso ho dovuto impararla alle scuole medie per il coro di classe più improbabile di sempre. Scevro da ogni snobismo, il Festival arriva tra la gente, a contatto con la coralità del paese reale. Il pezzo è ambientato in un affollato mercato del cremonese, dove un mercante truffaldino sta cercando di smerciare i suoi intrugli all'ingenua popolazione del posto e non solo. Un brano leggere, ma molto interessante, in cui si trovano sprazzi di ironia tipici di un certo cantautorato che verrà.

4° posto
La luna si veste d’argento – Nilla Pizzi e Achille Togliani – 2° posto
Sono diverse le canzoni in cui si incontrano due dei tre artisti di questa edizione del Festival e possiamo dire senza dubbio che questo è il featuring più intenso e riuscito dell'annata. Nilla Pizzi e Achille Togliani inaugurano una fortunata tradizione di duetti da podio con un brano in cui l'unione tra due innamorati ricorda l'argento della luna e l'oro del sole che brillano insieme nel firmamento. C'è della poesia qui. 

3° posto
Ho pianto una volta sola – Nilla Pizzi – Non Finalista
C'è qualcosa in questo brano che mi ha preso parecchio e per cui mi ritrovo inaspettatamente a posizionarlo così in alto. La nostra Wonder Woman del Festival affronta con maturità la rottura con il suo uomo, senza dargli neanche la soddisfazione di piangere come è successo un'unica volta, e per di più di gioia. Non posso fare a meno di stupirmi della somiglianza tra la voce di Nilla e quella di Orietta Berti. 

2° posto
Serenata a nessuno – Achille Togliani – 3° posto
Il brano parla di due innamorati che, per qualche motivo, sono ormai lontani l'uno dall'altra. E così lui si ritrova ad intonare ancora volta una serenata e a lasciarla andare nel vento, sapendo che anche lei lo sta pensando. Uno dei testi più belli di quest'annata. Classico, ma con delle rime davvero toccanti. "Va', serenata mia. Fammi sognare ancora come una volta. Quanta malinconia sapere che lei m'ama e non m'ascolta". 

1° posto
Grazie dei fiori – Nilla Pizzi – 1° posto
Ci troviamo a tutti gli effetti di fronte ad un brano leggendario per la storia della musica italiana. L'interpretazione di Nilla Pizzi, che possiamo ormai definire la vera star di questo Festival, conferisce al pezzo una tensione accattivante. Ammetto che conoscevo soltanto alcuni versi di questa canzone, tra cui l'iconico "Mi han fatto male, eppure li ho graditi", ma non mi ero mai soffermato sul quadro generale che vede protagonista una donna più decisa e moderna di quelle raccontate in altre canzoni ascoltate nell'ambito di questa manifestazione. Nonostante un velo di nostalgia e di affetto, trionfa la forza di non restare attorcigliata ad un amore per cui ha sofferto e con cui non ha senso tornare a tormentarsi. "Grazie dei fiori e addio, per sempre addio" è una chiosa che ci piace moltissimo.  

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